Dervisci rotanti: tra mito e misticismo

Dervisci rotanti: tra mito e misticismo

“Voglio vederti danzare come i Dervisci Tourners che girano sulle spine dorsali” cantava il Maestro Franco Battiato.

Dervisci rotanti: tra mito e misticismo

Oltre alla citazione appena riportata e contenuta nel brano “Voglio vederti danzare”,  con Battiato abbiamo imparato a conoscere la loro danza attraverso un suo celebre video “No Time, No Space”, è così che una figura mistica diviene popolare.

Ma chi sono i DERVISCI ROTANTI?

 

Andiamo alla scoperta di questi mitici personaggi in Turchia!

I Dervisci Rotanti, conosciuti come l’Ordine Sufi dei Mevlevi, sono una confraternita musulmana, fondata nel 1312 dai seguaci del mitico poeta e mistico Sufi Jalal ad-Din Muhammad Rumi, dove Rumi sta per “terra di Rum” in Anatolia. Il suo soprannome era Mevlana , ossia “nostro padrone”.

Chi è Rumi?

Rumi è un personaggio leggendario, poeta e grande studioso del Corano e di scienze teologiche. Verso il finire dei suoi trent’anni, un incontro gli cambia la vita,  conosce il suo mentore Shams, considerato un sant’uomo. Da studioso diviene ricercatore dell’amore e della verità universale.

Rumi segue una dottrina basata sull’amore,attraverso l’amore tutto ciò che è amaro sarà dolce, attraverso l’amore tutto ciò che è di rame diventerà d’oro, tutte le scorie saranno vino, tutto il dolore diventerà una medicina”.

L‘amore che lui persegue è quello divino, “solo con il cuore puoi toccare il cielo”.

Si narra che un giorno Rumi, passando per il mercato della sua città, abbia udito il suono dei colpi di uno scultore d’oro e che quel suono sia risuonato alle sue orecchie come “non c’è altro Dio all’infuori di Allah”.

In uno stato di felicità estatica, comincia a ruotare con le braccia aperte. Il suo volteggiare non seguiva una coreografia, ma era spontaneo e libero.

Dervisci rotanti: tra mito e misticismoFu il figlio più grande, Sultan Walad, che seguì l’esempio di Rumi alla sua morte,  a voler onorare il padre fondando la confraternita e creando quello stile coreografico dei Dervisci Rotanti, che ancora oggi viene ripetuto.

Il primo monastero, in lingua originale Tekke, fu fondato a Konya e ben presto si arrivò a 114 tekke sparsi per l’Impero Ottomano.

Con la disgregazione dell’Impero Ottomano nel 1918 e con la creazione di uno stato liberale in Turchia, i Tekke furono chiusi o convertiti in musei e le confraternite furono considerate illegali. Nonostante ciò, le cerimonie dei Dervisci Rotanti sono giunte sino a noi.

Cerimonia dei Dervisci Rotanti

La cerimonia si chiama Sema ed è un viaggio spirituale, è la ricerca della connessione con Dio attraverso la danza , la musica e la preghiera.

E’ una preghiera, tanto è che ti chiedono di non applaudire dopo l’esibizione. Occorre rimanere lì in un religioso silenzio e godere questa esperienza mistica.

Vi è tutto un simbolismo in questa cerimonia, a partire dall’abito:

  • il SIKKE, il cappello a cilindro fatto di peli di cammello, rappresenta la pietra tombale dell’ego;
  • il TENNURE, il vestito bianco, è il lenzuolo funerario, quindi la morte;
  • l’HURKA, il mantello nero, è la tomba, che i Dervisci rimuovono a significare la rinascita,  si stanno liberando dei legami con la terra e tendono alla verità, il Signore.

Vi è una figura centrale, SHEIKH,  il Maestro, e vi sono gli studenti rotanti, a rappresentare idealmente Rumi con i suoi seguaci.

Il Maestro è in piedi nel posto d’onore della stanza e dirige la cerimonia, che inizia con una preghiera al Profeta.

A seguire vi è il suono del flauto  e poi ogni Dervisci comincia a camminare tre volte intorno al suo Maestro.

Si inchinano gli uni agli altri  ed iniziano a ruotare veloci, prima con le braccia incrociate sul petto e poi in apertura. Il braccio destro è rivolto verso l’alto con il palmo aperto verso il Signore, quello sinistro verso il basso a creare la connessione con la terra, ciò che il Dervisci riceve da Dio, lo dà all’uomo.

La performance è incredibile, girano per interminabili minuti sulla punta del piede sinistro, mentre il destro permette la rotazione a 360°.

La cerimonia termina con una preghiera.

Per noi profani stranieri è quasi incomprensibile, chiamiamola forma di meditazione, estasi, trance, comunque sia, la loro danza ti galvanizza.

Ho visto stranieri dormire durante la cerimonia, un’orientale russava non comprendendo cosa stessero facendo, ma non si può andare via dalla Turchia senza avere visto una loro cerimonia.

Perché vedere i Dervisci Rotanti?

1) E’ una preghiera sotto forma di danza

2) E’ cultura di un popolo che si tramanda da secoli

3) Economico e non richiede un lungo impegno serale

Dove vedere i Dervisci Rotanti?

– Galata Mevlevi Museum, ma gli spettacoli sono domenicali.

– Hodjapash, spettacoli ogni sera

 

Ti ho incuriosito almeno un po’? Non ti resta che prenotare online.

PS: Io ho provato a volteggiare come loro, al terzo giro come cantava Battiato “e gira tutto intorno alla stanza, mentre si danza”.

Dervisci rotanti: tra mito e misticismo