Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondo

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondo

Uluru/Ayers Rock è l’icona dell’Australia, è la montagna sacra per gli Aborigeni ed il monolite più grande del mondo.

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondo



Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondo

Uluru per me è un viaggio straordinario nell’infinita grandezza della natura, è un emozione inenarrabile ad ogni passo percorso, un ricordo indelebile, un sogno che si è realizzato.

E’ sempre stato in cima alla mia lista personale delle destinazioni preferite, da vedere almeno una volta nella vita. Non poteva però avvenire in un modo qualunque, no!  Così, ho iniziato a pensare al modo più spettacolare per vivere questo sogno.

Ricercando sul web australiano, mi imbatto in diversi siti che propongono un’esperienza unica in campeggio, sotto le stelle più luminose che tu abbia mai visto. Un viaggio nell’Australia autentica, come gli antichi esploratori.

Scrivo ad un indirizzo mail, che è già un programma, lost in Australia, persi in Australia, ma sì! Voglio perdermi anch’io in questo luogo sacro e magari ritrovarmi!

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoMi ha risposto velocemente un consulente di viaggi, che mi propone un’esperienza di  3 giorni intensi a bordo di un piccolo autobus, da condividere con circa 20 persone, ed un sacco a pelo da pagare in loco 20$, poiché, mi scrive, la temperatura di notte cala sotto zero e si dorme sotto le stelle senza tenda! Il resto è tutto da scrivere al momento.

Considero ogni viaggio terapeutico, mi mette davanti alle mie paure, che puntualmente ignoro e sono costretta a fronteggiarle. Io e gli insetti, ragni di ogni specie, topi di dimensione varia ed animali sconosciuti, non siamo in perfetta sintonia. Le mie urla le hanno sentite in tutti i continenti. Come al solito però, la mia mente ha totalmente azzerato il fattore paura, ha acceso la modalità “coraggio”  ed ha schiacciato il tasto “prenota”!

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoUluru/Ayers Rock si trova nel Northern Territory, anche chiamato Red Centre dell’Australia, dato il colore della terra. E’ un posto realmente remoto, dista 3 ore e mezza di aereo da Sydney, sorvolando l’Outback australiano, ovvero il nulla più assoluto da un incredibile colore rosso-arancio.

Prendo l’aereo della Jetstar, che parte alle 10.30 da Sydney per atterrare alle 12.30 al Connelian Airport, l’aeroporto di Uluru. Il volo è uno spettacolo.

All’arrivo c’è la guida, un bel ragazzo biondo australiano, in pantaloncini, maglietta e cappello a falda. Per me lui è e rimarrà il mio Crocodile Dundee, uguale!

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoOvviamente, la mia è la valigia più grande di tutte, nonché la più visibile, è rosa! Crocodile Dundee mi chiede esterrefatto  cosa ci sia dentro ed io:  “giusto due cose per star qui un mese!”.  Per l’amor del vero, avrei potuto starci un anno! Avrei voluto aggiungere che per ogni italiano la valigia è l’essenza stessa del viaggio, dovessi dimenticarti gli occhiali o le scarpe di ultima tendenza, non sia mai! Se solo avesse saputo che l’avevo già ridotta! Il suo commento a denti stretti è stato “Italians!”

Il mio consiglio per un’esperienza di campeggio è  quello di preparare uno zainetto con l’essenziale per quei giorni.

Io ci sono andata  ad agosto, in pieno inverno australe. Ad Ayers Rock c’è una fortissima escursione termica. Il lato positivo di andare lì in pieno inverno è il numero leggermente ridotto di turisti e la possibilità di fare escursioni durante tutta la giornata. Ci sono cartelli ovunque di chiusura del Parco di Uluru-Kata Tjuta e del Parco del Watarrka con il Kings Canyon alle 11 del mattino, in caso di temperature oltre i 36°, che si raggiungono facilmente durante l’estate australe.  Solo Uluru non chiude!

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoNello zainetto ho messo: due cambi, un bel pile invernale e shirts a maniche corte, cappello di lana e quello a falda larga per il sole, una torcia da portare in testa, di enorme utilità al calar della notte. Ed ancora ho portato un giaccone North Face, pochi prodotti da bagno, crema solare protezione 50 ed occhiali da sole, poiché il sole di giorno nel deserto può bruciare la pelle, bottiglie di acqua e poche altre cose.

All’arrivo alle 12.30 la temperatura è di 26 gradi, maniche corte, pantaloni leggeri, scarpe da trekking, cappello ed occhiali da sole, non riesco neanche a figurarmi quanto freddo possa fare con il calar del sole.

Comincia il viaggio verso l’Australia autentica, il PARCO NAZIONALE DI ULURU-KATA TJUTA, uno dei pochi territori sulla terra in cui la mano dell’uomo non ha modificato tutto.

E’ qui che avviene il mio primo contatto con gli Aborigeni australiani. Capelli ricci e biondi su una pelle scura, a volte con incredibili occhi azzurri, sono il mio immaginario di Australia non colonizzata.

ULURU/AYERS ROCK

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoPatrimonio dell’Unesco, Uluru/Ayers Rock è la montagna sacra degli Aborigeni Anangu, che custodiscono queste terre da tempi immemorabili, circa 10.000 anni. Vivono secondo le regole della Tjukurpa, la Legge Sacra alla base della società, che viene tramandata di padre in figlio. Essa è considerata la base delle relazioni tra le persone, il territorio e gli animali.  Parlano una propria lingua che insegnano alle future generazioni.

Uluru è il nome aborigeno, pare che nella lingua locale sia solo un nome e non ricopra un particolare significato.

Il nome Ayers Rock deriva dagli esploratori, Giles e Gosse, che nel 1872 arrivarono per primi in questo territorio. Gosse gli diede questo nome in onore di Sir Henry Ayers, il segretario di Stato dell’Australia del Sud.

Nel 1920 il Parco Nazionale di Ulru-Kata Tjuta è stato dichiarato riserva aborigena. Una legge del 1985 conferisce la proprietà agli Aborigeni, ma con un lease, ossia un contratto di affitto, di 99 anni.

Alla vista del monolite australiano, così grande, mi si ferma il cuore, maestoso ed imponente, un’emozione pazzesca. Non ci posso ancora credere, ho messo piede ad Ayers Rock, finalmente mi sento in Australia!

Crocodile Dundee ci porta all’ingresso del parco Uluru-Kata Tjuta, ci fa scendere e ci invita a fare il periplo di Uluru.  Ci chiede di non scalare la montagna, poiché per gli aborigeni è sacra e lo è anche per me. Sì, si può scalare, ma è pericoloso e non sarà quel selfie a cambiarci la vita.

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondo



Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondo

Comincia una passeggiata, quasi in solitaria, di 3 ore e mezza, tra me e questo spettacolo della natura, questa roccia rossa, che deve il suo colore all’ossidazione del  ferro e che cambia al mutar del sole.

Ad ogni passo avverto un senso di quiete e di benessere, un silenzio che ti fa udire il vento, è uno  stato di pace surreale.

Mi aggiro tra queste formazioni rocciose,  ci trovi fonti di acqua e segni lasciati dalle piogge, che creano delle vere e proprie cascate.

Ci sono cave in cui generazioni di uomini, attraverso i disegni, hanno insegnato ai Nyiinka, i ragazzi della campagna, l’arte del cacciare, l’indipendenza e la disciplina. Per apprendere ciò, questi Nyiinka vengono separati dalle loro famiglie e mi hanno riportato alla mente le storie dei giovani Masai in Africa, i quali da adolescenti vengono mandati da soli nella Savana ad imparare l’arte della caccia al leone. In due zone diametralmente opposte, questi popoli fanno le stesse scelte per far “diventare uomini” i loro figli.

Finito il giro, la guida ci porta al Cultural Centre, in cui si può avere un assaggio della cultura aborigena, nonché vederli.

Infine ci dirigiamo in uno dei SUNSET POINT, TALINGURU NYAKUNYTJAKU, per assistere allo spettacolo del sole che cala e lascia spazio alla luna, qui ovviamente scatto una foto una dopo l’altra.  Uluru che si dipinge dei colori crepuscolari è uno spettacolo imperdibile.

Parte qui l’altra avventura alla ricerca del monolite austriano: andare nel CAMPEGGIO per la cena e per capire che fine faremo per la notte.

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoCala un freddo pazzesco, scendiamo ad un grado e sono solo 19! Ho il pile, il giaccone North Face ed il mio cappello di lana, ma non bastano, mi sarei messa un montone addosso e qualche coperta!

Ovviamente Crocodile Dundee fa lo splendido, rimane con i pantaloncini e la maglietta a maniche corte. Va bene che sei figo, ma in quale latitudine ti credi di essere? Io come Totò e Peppino a Milano e lui come Russel Crowe in Il Gladiatore! Non ce la posso fare!

Arriva il meglio. Realizzo dove passerò le ore notturne, aiuto! Non ci sono veramente tende per dormire!

Questo campeggio è fornito di uno spazio chiuso con bagni e docce, in cui ci fai la fila e ti congeli, date le temperature. C’è un capanno semi aperto, che serve per poggiare le nostre cose e per quelle della cucina. C’è un lavandino in cui ognuno di noi laverà i propri piatti. Eh sì! Si cucina e si pulisce, è un fai da te!

Crocodile Dundee accende il fuoco che ci servirà per cucinare e per tenerci caldi fino al momento di infilarci nei nostri sacchi a pelo, che sono posti direttamente sulla terra rossa intorno al fuoco. Capito bene! Siamo all’addiaccio, la temperatura è già arrivata sotto zero e noi dormiamo a terra.

Il suo piano è preparare il riso, le patate ed il chili con carne. Mi dice: “tu sei italiana, scommetto che sai cucinare!”. Avrei voluto dire: “sì, ma non lo dire a nessuno”, invece io: “hai bisogno di aiuto?”. Che domanda inutile, ero già alle prese con il pentolone gigante sul fuoco vivissimo, che per mescolarlo ci mancava poco che mi bruciassi la mano come Muzio Scevola!

Comunque, sarà stata la stanchezza, la fame, il freddo, ma Crocodile Dundee ha fatto una cena squisita.

Intorno al fuoco, l’atmosfera si fa intima e confidenziale. A turno cominciamo a parlare ed a raccontarci. La mia storia di italiana tra Gran Bretagna ed Italia, che in Europa sembrava a tutti una cosa pazzesca, viene notevolmente ridimensionata da me.

Chi sceglie il campeggio non lo fa per una questione economica, almeno non solo per questo, ma è animato da una buona dose di spirito di avventura, di curiosità e di amore verso la natura.

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoPer molti dei miei compagni di viaggio, Ayers Rock  è una tappa di un lungo tour dell’Australia. Una coppia di tedeschi racconta di aver lasciato il loro lavoro per cominciare questa avventura di 3 mesi in Australia, in lungo ed in largo.

I coccodrilli sono il primo racconto, proprio come noi altri discuteremmo sul dove fare l’aperitivo o su quale serie Netflix scegliere!

I due tedeschi ci raccontano che mentre erano nel nord dell’Australia, pensano bene di andarsi a fare il bagno nel mare e di colpo vedono saltare un coccodrillo dall’acqua come un siluro. Credo che abbiano vinto i campionati mondiali di nuoto per la velocità con cui sono tornati a riva. Terrificante!

Ovviamente, non basta! C’è anche chi giura di aver visto un ragno gigante, del tipo un essere non identificato che occupava un bel pezzo di parete. Anche qui non so dove finisca la leggenda ed inizi la realtà, so solo che mi guardo attorno, sopra e sotto. Ho ancora vivo il ricordo in Kenya dei miei piedi circondati dagli scorpioni e del serpente sotto la doccia! Agghiacciante!

Come se non fossero abbastanza i coccodrilli ed il ragno gigantesco, arriviamo alle meduse killer. Una ragazza esordisce: “tanto se non ti uccidono loro, ci pensano gli squali!”. Inquietante come vedere un film horror a mezzanotte!

Crocodile Dundee ci dice che è meglio riposare, la levataccia è in piena notte. Chiude dicendo “non ho bisogno di dirvelo io quali animali, serpenti, topi, ragni ed altro, ci siano qui di notte”.

È qui che volevo arrivare! Infatti, non ha bisogno di dirlo lui, c’è prontamente un altro che  nomina un pitone di due metri e mezzo, un opossum, che vi garantisco è un topo gigante. A confronto il dingo mi è parso un animale innocente.

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoMi infilo nel sacco a pelo, che poggia direttamente a terra. Fa un freddo allucinante, non ho neanche i guanti ed il fuoco si va spegnendo.

La mia mente mi vede già stritolata da un serpente o attaccata da qualche topo grosso come un tacchino, così chiudo totalmente il sacco a pelo e rimango con la mia claustrofobia.
Mi addormento senza sapere come e quando, ma mi risveglio in piena notte. La mano destra è paralizzata dal freddo, le dita scrocchiano. Scaldo la mano con l’alito, ma serve a poco.

Sento dei rumori, panico! Avverto dei passi, qualcosa che striscia, non lo so! Uno di noi dice “c’è un dingo!”.  Passano i minuti, ma  il tempo sembra essersi fermato. Mi ripeto sempre  “Passerà la nottata!” .  Mi sembra di essere tornata nella savana in Kenya,  la notte è interminabile ed è solo la prima!

Quando Crocodile Dundee ci dà la sveglia, è ancora notte fonda e mi sento felice di alzarmi, vorrei correre da lui e dirgli “fatti abbracciare!”,  peccato che mi faccia malissimo tutto e che io abbia la lentezza di un bradipo!

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoI  bagni sono quelli che sono e gli scarafaggi gironzolano tranquillamente! Sotto zero la voglia di fare la doccia deve proprio saltarmi addosso!

Partiamo per vedere l’alba al SUNRISE POINT TALINGURU NYAKUNYTJAKU. Un’altra memorabile visione di Ayers Rock, il monolite australiano, che al sorgere del sole si erge scurissimo, la luce lo avvolge alle spalle. Vedere il monte che cambia colore ti ripaga della notte insonne.

La colazione è mitica ed avviene di fronte ad Uluru, al crepuscolo. Con una specie di fornetto a forma di cono tostiamo le fette di pane, su cui a catena mettiamo il burro e la marmellata. Croc ci prepara il caffè, il latte, il tè. Con quel freddo, mi sembra la colazione dell’Hilton, fantastica!

Lasciamo Uluru, ma rimarrà sempre nei miei ricordi più belli in assoluto. Si riparte per una nuova escursione.

KATA TJUTA/ THE OLGAS

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoKata Tjuta è un sito sacro, dista 40 km da Uluru e fa parte del Parco Nazionale.

The Olgas deriva il suo nome dall’esploratore Giles, che diede al picco più alto, 545 metri, il nome della regina Olga di Wuttemberg.

Kata Tjuta è il nome aborigeno e significa “molte teste”. E’ dovuto alla presenza di 36 picchi rocciosi.

Il percorso più bello è quello della VALLEY OF THE WINDS, ovvero la VALLE DEI VENTI. E’ lungo 7 km e mezzo, occorrono ore per percorrerlo e ci sono punti piuttosto difficili, ma il panorama tra i picchi rocciosi è incredibile.

Nella WALPA GORGE, ovvero la GOLA DI WALPA, ci sono piante ed animali, poiché attraverso la gola vi passano i venti, infatti Walpa nella lingua aborigena vuol dire vento. Anche qui c’è un bel percorso, più breve del precedente.

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoSi riparte per il nuovo campeggio, vicini alla successiva tappa: il PARCO NAZIONALE DEL WATARRKA.

Questo secondo campeggio offre la possibilità di dormire nelle tende ed io ne ho approfittato. Il resto delle condizioni è uguale al precedente campeggio, bagni minimal,  al freddo e con scarafaggi. La cucina ha sempre uno spazio semi-aperto e si cuoce il cibo sul fuoco appiccato sul terreno.

Anche qui non riesco a dormire molto, si sente ogni tipo di rumore, ma almeno ho un tetto sulla testa.

La mattina ci si sveglia prima dell’alba, verso le 5, si prepara colazione, si pulisce e si riparte con i nostri bagagli verso il Kings Canyon.

 

 

KINGS CANYON – WATARRKA NATIONAL PARK

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoIl Kings Canyon fa parte del Watarrka National Park, che in lingua locale vuol dire acacia ligulata, la tipica vegetazione presente nel parco.

Al parco si deve arrivare necessariamente prima dell’alba per arrivare alla cima e godere una visuale impareggiabile.

Ci sono dei percorsi da seguire, ne prendo uno ed ammetto che la scelta non ha avuto una gran logica. Di sicuro, non era il  percorso più veloce. Si parte insieme, ma complice la mia passione per le foto, mi perdo tutti e restiamo in due.

Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondoCominciano salite irte tra i canyon, che fanno un baffo alle lezioni di step, tra sentieri stretti e scoscesi! Arrivare ad una delle cime e vedere le aquile volare sopra la mia testa non ha prezzo! E’ straordinariamente bello, rimarrei lì a contemplare il paesaggio, non voglio tornare nella civiltà, voglio vivere quella pace.

Il giro finisce con l’incontro con il resto del gruppo, sono passate ore tra una natura selvaggia e le mie solite paure, ma questa volta le ho vinte!

Si riparte per Alice Springs, ci vogliono ore di viaggio per raggiungere la località ed arriviamo nel pomeriggio inoltrato.

Alice Springs non ha nulla di appassionante, già mi mancano Uluru ed i Canyons, ma ammetto che la prospettiva di un letto e di una doccia come si deve mi alletta.

Finisce la parte più incredibile del mio viaggio in Australia da un punto di vista paesaggistico e di emozioni provate.

Si sa che tutto finisce e che ricomincia una prossima avventura,  la mia è Adelaide e Kangaroo Island.

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Uluru – Ayers Rock: alla scoperta dell’icona dell’Australia e il Monolite austrialiano il più grande del mondo

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

Uluru/Ayers Rock is Australia’s national icon, the aborigines’ sacred mountain and the largest monolith in the world.

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world



Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

For me Uluru is an extraordinary journey through the never-ending wonder that is nature, filled with unspeakable emotions every step of the way; an inerasable memory and a dream come true.

It has always been at the top of my personal list of favourite destinations, to be seen at least once in a lifetime. It couldn’t happen any old way though, oh no!  So, I started to think about the most spectacular way in which I could make this dream come true.

Looking on the Australian web I came across several websites which offered a unique camping experience, under the brightest stars you have ever seen. A journey through the real Australia, just like an explorer from the past.

I write to an email address which is telling in itself – lost in Australia – and why not! I also want to lose myself in this sacred place and possibly also find myself!

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

A travel consultant quickly got back to me and suggested three intense days on board a small bus, to be shared with about 20 people, and a sleeping bag for $20 to be paid locally, because, he explained, the temperature at night falls to below zero and we will be sleeping under the stars without a tent! Everything else needs to be written as it happens.

I see each journey as being therapeutic as it makes me face my fears; fears which I always try and ignore but am forced to deal with on my travels. Insects, all types of spiders, mice of all sizes and unknown creatures and me, we don’t exactly get on. My screams have been heard across the continents. As usual, however, my mind totally ignored the fear factor, went into “courage” mode and pressed the “book” button!

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Uluru/Ayers Rock is in the Northern Territory, also called the Red Centre of Australia, because of the colour of the soil. This place is truly remote, it is three and a half hours by plane from Sydney, flying over the Australian Outback, which is an incredible reddish-orange expanse of nothingness.

I catch a Jetstar airplane, which leaves Sydney at 10.30 and lands at 12.30 at Connelian Airport, Ulurus airport. The flight is fantastic.

On arrival there’s a guide waiting for me, a nice-looking blonde Australian, wearing shorts, a t-shirt and a wide brim hat. For me he is, and will remain, my Crocodile Dundee – he’s exactly the same!

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My suitcase is the biggest one, of course, as well as being the most noticeable: it’s pink! Crocodile Dundee asks me, in astonishment, what’s inside it and I reply: “Just the few things I need for my one month stay!”  To be honest, I could have stayed a year! I wanted to add that for an Italian the contents of his suitcase are essential on a holiday, you don’t want to forget your glasses or your fashionable shoes, you never know! If only he had known that I had already minimised it! His comment, through gritted teeth, was: “Italians!”

My advice to campers is to prepare a rucksack with the few essential things you need just while camping.

I went in August, in the middle of the Australian winter. There’s a big difference in temperature between day and night at Ayers Rock. The good thing about going there in the middle of the winter is that there are not quite as many tourists and that you can go on excursions all through the day. There are signs everywhere saying that the Uluru-Kata Tjuta Park and the Watarrka Park, including the Kings Canyon, close at 11 am if temperatures rise above 36°, which often happens during the Australian summer.  Only Uluru doesn’t close down!

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

In my rucksack there are: two changes of clothes, a thick winter fleece and short sleeved t-shirts, a woollen hat, a wide brim hat for the sun and a head torch, which is extremely useful when night-time comes. I also brought a North Face jacket, just a few toiletries, factor 50 lotion and sunglasses, because the sun in the desert can burn your skin, bottles of water and just a few other things.

When we arrive at 12.30 the temperature is 26 degrees, t-shirt, summery trousers, trekking shoes, hat and sunglasses, I can’t even imagine how cold it will get when the sun goes down.

It’s now time to start our journey towards the real Australia, the ULURU-KATA TJUTA NATIONAL PARK, one of the few places in the world where humans haven’t changed everything.

This is where I first enter into contact with the Australian Aborigines. Curly blonde hair crowning dark skin, sometimes with incredibly blue eyes, is what my mind sees when I think of the uncolonized people of Australia.

ULURU/AYERS ROCK

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

A UNESCO Heritage Site, Uluru/Ayers Rock is the sacred mountain of the Anangu Aborigines, who have been custodians of this land since time immemorial – around 10,000 years. They follow the rules of the Tjukurpa, the Sacred Law on which society is founded, which is passed down from father to son. It is seen as lying at the heart of the relationships between the people, the territory and the animals.  They speak their own language, which they teach to future generations.

Uluru is the Aboriginal name; it seems that in the local language it is just a name and doesn’t have any special meaning.

The name Ayers Rock comes from explorers Giles and Gosse who, in 1872, were the first to reach this area. Gosse gave it this name in honour of Sir Henry Ayers, the Premier of South Australia.

In 1920 the National Park of Ulru-Kata Tjuta was declared an Aboriginal reserve. A 1985 law gave the land to the Aborigines, but on a lease, that is a 99-year rental agreement.

My heart stops when I see the majestic and imposing monolith, what an amazing feeling. I still can’t believe it, I have set foot on Ayers Rock, I finally feel I am in Australia!

Crocodile Dundee takes us to the entrance to the Uluru-Kata Tjuta Park, waits for us to get off and advises us to go around the base of Uluru.  He asks us not to climb the mountain, as it is sacred to the Aborigines and it’s also sacred to me. Yes, it can be climbed, but it’s dangerous and that extra selfie won’t change our lives, anyway.

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world



Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

I start walking, almost always alone, for three and a half hours, surrounded by this spectacle of nature, the red rock, which owes its colour to iron oxidation and which changes as the sun changes.

With every step I get a feeling of calmness and wellbeing, it’s so silent you can hear the wind, it’s a state of surreal peace.

I walk around these rock formations, where you can find water sources and signs of erosion left behind by the rains, which turn into actual waterfalls.

I see caves where generations of men have used drawings to teach the Nyiinka, the country boys, the art of hunting, independence and discipline. To learn all this the Nyiinka are separated from their families, and this reminded me of the stories I had heard about the young Masai, in Africa, who, as teenagers are sent into the savanna alone to learn the art of lion hunting. In two opposite locations these populations choose to “make men” of their sons in the same way.

Once I finish the tour the guide takes us to the Cultural Centre, where you can get a taste of Aboriginal culture and even get to see them.

Finally, we make our way towards one of the SUNSET POINTS, TALINGURU NYAKUNYTJAKU, to watch the wonderful moment when the sun sets and the moon takes over; I obviously take one photo after another.  Watching while Uluru is painted in crepuscular colours is an unforgettable experience.

It’s now time for the other adventure: going to the CAMPSITE for dinner and working out what’s in store for the night.

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It becomes incredibly cold; we are down to one degree and it’s only 7 pm! I’m wearing my fleece, my North Face jacket and my woollen hat, but it’s not enough, I would have put on a sheepskin coat and a few blankets!

Obviously, Crocodile Dundee has to act cool and stays in his shorts and t-shirt. So, you might be cool, but which hemisphere do you think you’re in? I’m like Totò e Peppino a Milano and he’s like Russel Crowe in The Gladiator! I can’t handle this!

The best has yet to come. I find out where I will be spending the night, help! There really are no tents to sleep in!

This campsite has a covered area with toilets and showers, which is where you queue up and freeze, with these temperatures. There’s a semi-open hut, which is where we leave our personal things as well as our cooking paraphernalia. There’s a sink in which each of us will wash our own dishes. That’s right! You cook and you clean, DIY style!

Crocodile Dundee lights the fire we need for cooking, and to keep us warm until we slide into our sleeping bags, which are placed directly on the red earth around the fire. That’s right! We’re outdoors, the temperature is already below freezing and we are sleeping on the ground.

His plan is to prepare the rice, the potatoes and chilli con carne. He says to me: “You’re Italian, I bet you can cook!”. I wanted to say: “Yes, but don’t tell anyone”, instead: “Do you need a hand?”. What a question. I was soon busy with a huge pot sitting on top of a crazy fire; I almost burnt my hand, like the soldier Gaius Mucius Scaevola, while stirring away.

Anyway, I don’t know if it was the tiredness, hunger or cold, but Crocodile Dundee made a delicious meal.

Around the fire the atmosphere is intimate and friendly. We start to talk about ourselves in turn. I tone down my stories about my life as an Italian shared between Great Britain and Italy, which in Europe everyone thinks is so strange.

Those who choose to go camping don’t do it to save money, or at least not only, but are driven by a spirit of adventure, curiosity and love of nature.

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

For many of my travel companions Ayers Rock is just one stop along a long tour of Australia. A German couple tell us that they left their jobs to start a three-month long adventure visiting the whole of Australia.

Crocodiles feature in the first story, just like we might talk about where to go for a drink or which Netflix series to choose!

The two Germans tell us that when they were in the north of Australia, they thought it would be a good idea to go and bathe in the sea; suddenly, a crocodile jumps out of the water like a missile. I think they would have won a world swimming race they got back to the shore so quickly. Terrifying!

That’s not everything, of course! Someone swears they saw a giant spider, a sort of unidentified creature taking up part of the wall. Again, I’m not sure how much is true, I just know that I look around, under and above me. I can still vividly remember my feet surrounded by scorpions and the spider under the shower in Kenya! Petrifying!

As if the crocodiles and giant spider weren’t enough, we get to the killer jellyfish. A girl says: “If they don’t kill you the sharks will!”. As unsettling as watching a horror film at midnight!

Crocodile Dundee tells us we better get some rest, we need to get up in the middle of the night. He finishes by saying: “You don’t need me to tell you which animals, snakes, mice, spiders and so on there are here at night”.

This is what I was waiting for!  He doesn’t even need to say anything as someone else mentions a two and a half metre python and an opossum, which, believe me, is just a huge rat. By comparison the dingo is just an innocent creature.

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

I get into the sleeping bag, which is resting directly on the ground. It’s unbelievably cold, I have no gloves and the fire is dying.

In my mind I am being strangled by a snake or attacked by a turkey sized rat, so I seal off my sleeping bag and put up with my claustrophobia.
I don’t know when or how I fall asleep but I wake up in the middle of the night. My right hand is so cold it’s paralysed, my fingers crack.  I warm my hand with my breath, to very little effect.

I hear some noises; panic! I hear some footsteps, something crawling, I don’t know! One of us says: “there’s a dingo!”  The minutes go by but it’s like time is standing still. I keep repeating to myself: “The night will be over!”.  I feel like I am back in the savanna in Kenya, the night never ends and it’s only the first one!

It’s still the middle of the night when Crocodile Dundee wakes us up and I’m happy to get up, I’d like to run to him and say: “Let me give you a hug,”. It’s a shame that every bone in my body is hurting and that I’m as slow as a sloth!

The toilets are what they are and cockroaches roam around freely! With temperatures below zero having a shower is the last thing I want to be doing!

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

We set off to see the sun rise at the TALINGURU NYAKUNYTJAKU SUNRISE POINT. Another memorable view of Ayers Rock, which, as the sun rises looms darkly above due to the sun being directly behind it. Seeing the mountain change colour makes up for the sleepless night.

We have a great breakfast in front of Uluru, in the twilight. We toast slices of bread on a cone-shaped oven and cover them with butter and jam. Croc gets coffee, milk and tea ready. It’s so cold it’s like breakfast at the Hilton, amazing!

We leave Uluru, but it will always be one of the best memories of my life. We set off on a new excursion.

KATA TJUTA/ THE OLGAS

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

Kata Tjuta is a sacred site located 40km from Uluru and part of the National Park.

The Olgas gets its name from Giles, the explorer, who named its highest peak, 545 metres, after queen Olga of Wuttemberg.

Kata Tjuta is the Aboriginal name and means “many heads”. This is due to its 36 rocky peaks.

The nicest walk is that of the VALLEY OF THE WINDS. It’s seven and a half kilometres long and takes hours to walk it, also because of some difficult terrain, but the view between the rocky peaks is incredible.

There are plants and animals in the WALPA GORGE, as wind rushes through the gorge; in the Aboriginal language Walpa means wind. There’s a nice walk here, too, but shorter than the previous one.

 

Uluru- Ayers rock: discovering Australia’s national icon – the largest monolith in the world

We set off again towards the new campsite, close to our next stop: WATARRKA NATIONAL PARK.

This second campsite has tents and I opted to sleep in one. General conditions are the same as in the previous campsite: basic toilets, cold and cockroaches. The kitchen also has a semi-open space and we cook our food on a fire on the ground.

Again, I don’t sleep much, I can hear all sorts of sounds, but at least I have a roof over my head.

We wake up before dawn, around five o’clock, we get breakfast ready, clean and set off with our luggage towards the Kings Canyon.

 

 

KINGS CANYON – WATARRKA NATIONAL PARK

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The Kings Canyon is part of the Watarrka National Park, which in the local language means acacia ligulata, the vegetation found throughout the park.

You need to get to the park before dawn so you can reach the summit and enjoy the unbelievable views.

There are walks you can take; I choose one and admit to myself that my choice wasn’t very logical. It certainly wasn’t the quickest path. We set off together but, because of my passion for photography, I lose the others and I’m left with just one companion.

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We climb up steep slopes among the canyons, walking along narrow and dizzying paths: a step lesson is nothing in comparison! I reach one of the peaks and see eagles flying above my head; a priceless experience! It’s amazingly beautiful, I’d like to stay there to admire the landscape, I don’t want to return to civilisation, I want to live that peacefulness.

The trip ends when we meet the rest of the group. Hours have gone by in the wilderness, having to deal with my usual fears; I’ve overcome them this time, though!

We set off again for Alice Springs; it takes hours to reach our destination and we arrive late in the afternoon.

Alice Springs doesn’t really appeal to me, I already miss Uluru and the Canyons, but I must admit that the thought of a bed and a proper shower are very tempting.

This is where the most incredible leg of my journey through Australia, the one with the most amazing landscapes and where I connected the most with my emotions, comes to an end.

As we know, everything comes to an end, and a new adventure is about to start: for me this means Adelaide and Kangaroo Island.

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