Cuzco non è solo la più bella città del Perù: questo è l’ombelico del mondo!
Jovanotti lo ha cantato circa 800 anni dopo che il leggendario Manco Capac ha piantato la sua verga d’oro proprio qui.
L’ombelico del mondo ha una sua coordinata geografica ben precisa situata sull’altipiano delle Ande, precisamente a Cuzco, che gli Inka chiamavano Qosqo, ossia l’ombelico del mondo.
Comincia tutto con la leggenda di un Lago sacro e dei figli del sole.
Per gli Inka il sole era una divinità essenziale, l’imperatore Inca stesso si riteneva un Dio vivente, figlio del Sole. Per giustificare questa teoria della divinità dell’Imperatore, gli Inca crearono una leggenda, secondo la quale gli Inca derivano da una coppia divina, proveniente dal lago Titicaca, ovvero Manco Capac e Mama Ocllo, figli del dio Sole Inti e della dea Luna Quilla.
Quando il dio Sole decide che è giunto il momento di civilizzare il mondo e di fondare una capitale, fa emergere dalle acque del Lago Titicaca Manco Capac e Mama Ocllo e consegna a Manco Capac un bastone d’oro, con il compito di piantarlo nel suolo e laddove il bastone si fosse conficcato senza difficoltà, avrebbe fondato il suo impero.
Fu così che Cuzco diviene il pacha-sunqu, ossia il centro del mondo, la capitale dell’Impero, dove avrebbe regnato giustizia e pace.
Tutto in realtà ha una spiegazione logica: la reale ragione di questa migrazione può essere assimilata al fatto che nella regione del Lago Titicaca intorno al 1100 c’era stata una forte siccità con conseguente carestia. La popolazione pertanto dovette lasciare il lago in cerca di terre più fertili. Le trovarono a Cuzco e decisero di fondare qui una nuova società intorno al 1280.
Da quel momento sino all’arrivo degli spagnoli nel 1532, gli Inka controllarono 2 milioni di chilometri quadrati di territorio e riuscirono ad unificare sotto un unico potere 100 etnie differenti. Avevano un controllo assoluto sul loro mondo, ma furono isolati dal resto del pianeta, tanto da credere di essere i soli esseri viventi nell’universo.
La città di Cuzco è stata costruita con la forma di un puma, in cui la montagna rappresenta la testa e due fiumi definiscono il contorno del felino.
Al tempo Inka, Cuzco era popolata da circa 20.000 abitanti. Nella parte centrale potevano vivere solo la famiglia reale Inka e quelle più importanti. C’erano 25 isolati, di cui 11 erano palazzi reali Inca, in quanto le famiglie reali erano 11.
Pizarro arrivò nel 1532 con soli 12 uomini, ma vi ritornò l’anno successivo e fece capitolare l’Impero Inka, conquistando Cuzco.
COSA VEDERE A CUZCO
PLAZA DE ARMAS
Già durante il regno Inka, l’attuale Plaza de Armas costituiva il fulcro principale della società. Questa piazza fu disegnata in base alla costellazione della croce del sud, molto importante per gli Inka. Qui vi facevano offerte e sacrifici, sicuramente anche umani, effettuati sempre guardando verso est, dove sorge il sole.
Il 24 giugno di ogni anno in questa Piazza si celebrava la FESTA DEL SOLE, Inti Raimi, la ricorrenza più importante dell’anno, a cui partecipavano centomila persone nelle loro vesti più eleganti. Esisteva un preparazione purificativa nei giorni precedenti, che prevedeva astensione dal sesso e cibo frugale e leggero.
Nei racconti di Garcilaso de la Vega, il 24 giugno il re Inka e la sua famiglia aspettavano che il sole sorgesse scalzi, inginocchiati con le braccia aperte, dando baci all’aria e brindando con un calice d’oro pieno di chicha, bevanda di color rosso a base di mais.
Con la conquista spagnola da parte di Pizarro, la Piazza cambia aspetto e si caratterizza con i meravigliosi e tipici balconi di legno, che troviamo in altre città importanti peruviane, da cui si affacciava la nobiltà ispanica ed era un simbolo di distacco dalla popolazione locale, osservata dall’alto per non mischiarsi.
LA CATTEDRALE
La Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria è grande 400 m quadri e ci sono voluti ben 94 anni per costruirla.
Nell’attuale cattedrale, posta al centro della piazza, c’è stata la commistione di tre culture differenti: è una cattedrale cattolica, troviamo l’altare le raffigurazioni tipiche della cultura cattolica. E’ creola, ci sono infatti dipinti del XVI secolo, eseguiti da artisti di Cuzco, che mescolano cultura locale con quella cattolica. Ad esempio, la Vergine è concepita come Pachamama con una grande gonna oppure nella rappresentazione de “L’ultima cena”, Gesù Cristo anziché dividere il pane, condivide una tortilla, ed hai il maialino d’India sul tavolo al posto dell’agnello. Sul tavolo sono dipinti tre piatti, che possono essere ricondotti alla trilogia Inca.
Il 60% dell’architettura dentro la chiesa è moresca.
Nella cattedrale si può entrare dalle 10 del mattino pagando 30 soles, dalle 8 alle 10 durante la celebrazione della messa si può entrare gratuitamente, ovviamente per pregare!
A Cuzco abbiamo circa 17 chiese, sicuramente è un numero piuttosto elevato per l’epoca per una popolazione così piccola, ma furono costituite da differenti ordini religiosi giunti qui in momenti diversi, ad esempio la cattedrale fu costruita dai Francescani, mentre la Chiesa al lato fu costruita dalla Compagnia di Gesù.
Guardando i palazzi nella piazza, al lato della chiesa della compagnia di Gesù, si nota che il piano all’altezza stradale rimane ancora quello Inca. Le costruzioni Inca sono state fatte pietra su pietra e messe insieme come un trapezio.
Il piano superiore invece ha un’architettura tipica spagnola con mattoni, archi e balconi.
A seguito di due disastrosi terremoti, che hanno superato l’ottavo grado della scala Richter, le costruzioni Inka sono rimaste intatte e quelle spagnole sono state danneggiate almeno al 60%.
L’ultimo terremoto devastante fu nel 1950 e la Chiesa della Compagnia del Gesù fu quasi completamente distrutta.
Gli Inka vivevano in sintonia con la natura e c’era sempre una trilogia: il Sole, la Luna e le Stelle; oppure il fiume, il lago ed il mare. Abbiamo i 3 animali sacri, il puma, il condor ed il serpente. Erano sacri perché erano più forti di loro, non riuscivano a capire come un uccello grande potesse volare, o come il puma, più piccolo di loro, potesse esser più forte, oppure il serpente, che poteva ucciderli con il veleno.
Proprio perché vivevano in simbiosi con la natura, facevano offerte alla natura.
Nella cultura Inka, era un onore essere scelti per diventare preti, ma anche per essere sacrificati. Infatti, in occasioni di disastri naturali, si facevano sacrifici umani. Nelle Ande peruviane, ci sono solo due stagioni, la secca e la umida, così ad esempio se non fosse venuta la pioggia, avrebbero sacrificato un uomo affinché venisse l’acqua.
Al giorno d’oggi la popolazione fa ancora offerte, ad esempio a Pachamama, e queste offerte sono fatte dallo sciamano, che prende un pezzo di stoffa, vi pone gruppetti di tre foglie di coca, vi soffia sopra in direzione della montagna sacra, vi aggiunge la piuma ed il grasso di lama, il miglior raccolto, un piccolo pezzo d’oro o di argento. Il tutto viene avvolto e bruciato oppure lasciato sulla montagna sacra. Attualmente, al posto dell’oro e dell’argento, si utilizza un foglio dorato o argentato per prosperità.
A Cuzco ci sono ancora strade che mantengono le mura originali degli Inka, dalla fattura e rifinitura possiamo comprendere l’importanza del palazzo.
CORICANCHA: IL TEMPIO D’ORO
Attualmente Coricancha fa parte del Convento di Santo Domingo, ma Coricancha fu uno dei Templi più importanti per gli Inka, tanto da essere la residenza di tutti gli imperatori, del capo dell’esercito, del sommo sacerdote e dei massimi gerarchi dell’amministrazione.
Poiché qui si venerava una delle divinità più importanti per gli Inka “Intitayta”, il Padre Sole, il vero nome di questo luogo sarebbe dovuto essere Inticancha, ossia “recinto del sole”, ma in tutti gli scritti però viene indicato come Coricancha,
Coricancha nella lingua quechua vuol dire il “recinto d’oro”, che per gli Inka l’oro non era sinonimo di potere, ma aveva una funzione ornamentale.
Doveva essere qualcosa di spettacolare: tutte le mura erano ricoperte di oro massiccio, si parla di uno strato di 84 cm, in cui erano raffigurate in oro ed argento le divinità del cielo e della terra.
In realtà tutti i Templi Inka erano laminati d’oro. Quando nel 1533 arrivarono gli Spagnoli, spogliarono completamente i templi, fusero l’oro e se lo portarono via.
Di tutta l’antica struttura ne rimane un 20%: Tempio dell’Arco Iris ed il Tempio del Rayo. L’Ordine religioso dei Domenicani si stabilì in questo spazio. Furono i primi ad arrivare a Cuzco nel 1533 con il vescovo Vicente Valverde.
Attualmente possiamo vedere le mura del Convento di Santo Domingo, il portico e le stanze. Le mura del portico sono affrescate con le storie di San Domenico, fondatore dell’Ordine. Si narra della sua nascita, la vita, il battesimo, la sua opera e tutta la genealogia.
Gli Spagnoli imposero la loro cultura: edificare esattamente sopra le costruzioni Inka, di cui rimane la base, fu un modo di mostrare il proprio predominio sulla cultura Inka.
Il 3 febbraio del 1985 Papa Giovanni Paolo II chiese perdono a tutti gli abitanti di Cuzco per questo concetto sbagliato di evangelizzazione perseguito dagli spagnoli contro questa cultura indigena.
Coricancha fu costruita in basalto ed andesite.
Il TEMPIO DELL’ARCO IRIS ci dimostra come gli Inka avessero un’ottima conoscenza dell’architettura. Se guardiamo bene le mura, sono lavorate perfettamente.
Già prima degli Inka, a Cuzco il popolo lavorava la pietra, ma in forma meno raffinata, lo stile si è andato perfezionando negli anni sino a giungere a quello che si chiama lo stile Inka Imperiale.
Questi Templi sono originali e non hanno subito restaurazioni.
IL TEMPIO DEL RAYO è il tempio degli dei che annunciano la pioggia.
Il periodo Inka nasce nel 1200 dopo Cristo, ma tutte le loro costruzioni a Cuzco indicano che sono state edificate a partire dal governo del nono Inka PachaKuteq, che comincia dall’anno 1438.
PachaKuteq è colui a cui si deve la costruzione di Machu Picchu, egli perfezionò quello che era già stato fatto dalle culture precedenti.
A Coricancha si possono osservare le tecniche architettoniche degli Inka: abbiamo il sistema del “Machimbrado”, che fa sì che in un movimento sismico i blocchi si incastrino perfettamente. Le mura non sono rette, ma hanno un’inclinazione di 14 gradi.
I numerosi studi internazionali hanno riscontrato nella cementazione del Tempio delle biglie di pietra, della dimensione di un pallone di football, che oscillano e fanno in modo che la costruzione non crolli durante un evento sismico. Una delle biglie durante uno dei grandi terremoti del passato non è ritornata allo stato originale, è probabile che un prossimo eventuale terremoto la riporti come era in precedenza.
All’interno di Coricancha si trovava il TEMPIO DEL SOLE, sul cui altare principale era stata collocata la statua del dio Punchao, alta un metro e fatta tutta d’oro, con lo sguardo rivolto ad est, ossia verso la nascita del Sole. Lo storico Pedro Cieza de Leo, venuto a visitare Coricancha nel 1550, narra che qui c’erano due scranni su cui si sedevano solo i re e le mura erano d’oro con pietre preziose, come rubini e smeraldi.
C’è una finestra che ogni 21 di giugno viene trafitta dal raggio del sole ed all’epoca il sole colpiva la lastra d’oro e faceva brillare le pietre preziose. Il 21 giugno è l’inizio dell’anno andino.
Gli Inka sapevano esattamente quale fosse il movimento degli astri celesti, il momento esatto dell’estate e dell’inverno mediante la posizione del sole. Gli andini continuano ancora oggi ad osservare la posizione del sole e l’allineamento delle stelle per la previsione dell’anno, buono o cattivo.
Uscendo all’esterno, si vede che il Tempio del Sole ha una forma circolare ed era circondato da quello che era chiamato il Giardino solare, dove c’erano alberi ed animali scolpiti in oro ed argento.
RESTI ARCHEOLOGICI INKA A CUZCO
SACSAYHUAMAN
Sacsayhuaman dista 2 km da Cuzco, nella parte alta della città. Ci vollero ben 90 anni per edificarlo. Fu cominciato sotto il regno del nono Inka, Pachakuteq, a cui si deve il nuovo tracciato della città di Cuzco a forma di puma e Sacsayhuaman formava la testa di questo animale.
Ciò che vediamo adesso del sito archeologico è nulla comparato a ciò che fu a quell’epoca: gli storici dicono che il primo livello deve essere stato alto 10 metri, attualmente è 8 metri di altezza, il secondo invece deve essere stato 8 metri ed il terzo 6 metri.
Vedere da vicino questi blocchi ciclopici è impressionante, non si comprende a pieno quanto siano mastodontici fino a che non sei al loro cospetto.
Fino all’anno 1921, Sacsayhuaman ed il resto dei siti archeologici furono cantieri da cui prelevare pietre, tutti potevano prenderle per edificare le proprie case.
Ogni volta che in un sito Inka si vedono delle pietre molto ben lavorate, si comprende subito che si tratta di un sito di una certa importanza. Infatti, Sacsayhuaman era dedicato al dio Sole e qui si teneva la grande celebrazione della festa del Sole, Inti-Raymi, ogni 24 di giugno. Ancora oggi si celebra questa festa in lingua quechua.
Secondo gli storici, il complesso aveva 3 porte principali di forma trapezoidale, come sistema antisismico, attualmente ne vediamo una originale.
I blocchi di pietra arrivano a pesare anche 120 tonnellate e l’altezza massima di un blocco è 8 metri. Ogni blocco è stato lavorato e posto sopra un altro non a caso.
Ciò che vediamo al I livello non è mai stato portato da nessun altro luogo, ma dal secondo livello in poi ogni blocco di pietra è stato trasportato da un numero di persone, che va dalle 180 alle 500.
Salendo in alto, si ha una panoramica della città di Cuzco.
Le terrazze non servivano come terrazzamenti per l’agricoltura, ma per preservare il luogo dalla pioggia.
Di tutto il complesso solo il 40% è aperto al pubblico, sulla restante parte del sito ci sono ancora lavori di ricerca.
QENQO
Si trova a 6 km da Cuzco ed ad 1 da Sacsayhuaman. La parola Qenqo in lingua quechua significa labirinto ed era un luogo sacro in cui si veneravano le divinità Inka.
Questo luogo ha una forma circolare, poiché era una delle forme del Tempio al Sole all’epoca Inka.
Fino al 1921, anche questo luogo è stato considerato un cantiere da cui attingere.
IL TEMPIO DEL PUMA
Ciò che si vede è una roccia, che pare non avere alcuna forma, ma se si viene qui tra il 21 ed il 24 giugno, ossia al solstizio d’inverno, si nota che i raggi del sole che si riflettono su questo pietra producono un’ombra, che sembra un puma seduto.
Ricordiamo che gli Spagnoli hanno depredato questi luoghi per costruire i propri palazzi e che non rimane molto.
IL TEMPIO DI PACHAMAMA
Qenqo è stata utilizzata per rituali di morte ed esiste una stanza sotterranea, che era il luogo in cui facevano le mummificazioni e trapanazioni del cranio.
Alle persone che sopravvivevano ai combattimenti e riportavano un cranio rotto, glielo suturavano ponendo una placca d’argento e d’oro.
Gli interventi chirurgici erano eseguiti in un luogo fresco e con ventilazione, ma occorreva una giusta illuminazione, il che era difficile in un luogo così scuro.
Appena si entra in questa stanza si vede una tavola cerimoniale su cui mettevano il paziente, la luce la ottenevano da una finestra trapezoidale. Secondo gli studiosi, gli Inka avevano collocato su questa finestra una piastra d’oro, in modo che i raggi del sole la colpissero ed illuminassero la stanza.
TAMBOMACHAY
Ad 8 km da Cuzco, è situata a 3700 metri di altezza. La parola quechua vuol dire: Tampu alloggio collettivo e Mach’ay luogo di riposo.
Questo deve esser stato il Tempio all’acqua.
L’importanza di questo luogo è data dalle sue fonti d’acqua e le sue terrazze controllavano l’irrigazione.
Gli Inka furono grandi ingegneri idraulici, poiché canalizzarono l’acqua che proveniva dai ghiacciai. C’era un vero e proprio culto dell’acqua, che è la rappresentazione del maschile, mentre la terra è quella del femminile. Alle cerimonie per l’acqua potevano presenziare solo gli uomini più importanti.
PUKAPUKARA
In lingua quechua vuol dire Fortezza rossa, in cui il rosso è il colore della pietra al tramonto.
Questo era utilizzata come una specie di dogana. I viandanti che praticavano il Trueke, ovvero lo scambio di merci lungo l’Impero, passavano di qui con i loro prodotti e si fermavano a dormire, per poi ripartire all’alba del mattino seguente.
Gli Inka non costruivano in luoghi qualsiasi e questo era strategico poiché difficilmente attaccabile.
Nessuno poteva entrare qui senza essere visto.
CONSIGLI ED INFORMAZIONI DI VIAGGIO
DOCUMENTI NECESSARI PER IL SOGGIORNO: mi riferisco ad un viaggio turistico. Consiglio di controllare se occorra o meno fare il visto turistico prima di entrare, questo purtroppo dipende dalla nazionalità di appartenenza. Come europea, ho fatto la classica Visa on arrival.
COME ARRIVARE: L’aeroporto internazionale di Cuzco.
MONETA UFFICIALE: Nuevo Sol Peruviano (più comunemente soles).
TEMPERATURA: Forte escursione termica tra il giorno e la notte. Estate calda ed inverno rigido.
VACCINAZIONI: non richiesti vaccini specifici. Il mio consiglio di viaggio è quello di farsi la vaccinazione contro il tetano, la febbre tifoidea e per l’epatite A e B.
Informarsi sempre presso il sito del Ministero della Sanità qualora ci fossero vaccinazioni obbligatorie.
ASSICURAZIONE DI VIAGGIO: che copra spese mediche, trasporti e necessità impellenti.
DOVE ALLOGGIARE: L’offerta turistica è molto ampia ed è facile trovare un alloggio. Consiglio di cercarlo vicino Plaza de Armas.
COME MUOVERSI:
- prenotare un tour online: ce ne sono tanti ed a prezzi diversi. Il costo varia a seconda che il tour sia privato o condiviso. Io ho preso un tour privato, che comunque ha previsto la condivisione di alcuni tour con altre persone. L’agenzia provvede ad organizzare il trasporto dall’aeroporto di Cuzco in città, il tour dei siti archeologici Inka. Solitamente il Tour della città ispanica non è contemplato.
- Prenotare un tour in loco presso le agenzie: si può fare benissimo. Il tour sarà cucito su misuro per le proprie necessità.
- Fai da te. Soluzione sicuramente più economica, ma bisogna avere tempo a disposizione.
DOVE MANGIARE: Cuzco è una località fortemente turistica, con una scelta ampia di ristoranti e pub.
ABBIGLIAMENTO ED ACCESSORI
- scarpe da trekking o che almeno siano molto comode. Questo è il primo consiglio.
- Occhiali da sole
- Protezione solare 50+.
- Abbigliamento caldo e fresco: l’escursione termica è presente tutto l’anno. Vestirsi a strati. Soprattutto abbigliamento molto comodo, pratico, che tenga caldo d’inverno e che non faccia sudare d’estate. Non dimenticare di includere guanti, cappello di lana e cappello leggero.
COSA PORTARE:
- Medicine: per il mal di montagna, come Diamox, aspirina, antidolorifico, antibiotico, per problemi intestinali come vomito, diarrea, costipazione e mal di stomaco, pomata antibiotica, per irritazioni e punture di insetti, cerotti, salviettine medicali e qualsiasi altra medicina si ritenga necessaria.
- Zaino: uno capiente da utilizzare al posto del trolley.
- Zainetto: per le escursioni diurne, in cui portarsi dietro l’essenziale.
- Borraccia d’acqua
- Antizanzare con protezione alta
- Portare sempre contanti con sé. Mi riferisco alle mance ed alle piccole spese locali. I ristoranti o le agenzie accettano le carte di credito.