La Paz: tra cholitas, sciamani, streghe ed il carcere più particolare del mondo

La Paz: tra cholitas, sciamani, streghe ed il carcere più particolare del mondo

La Paz ha un record mondiale: con i suoi 4100 metri è la città più alta del mondo, in cui vivono 3 milioni di abitanti.

Ma sai anche per cosa è famosa La Paz?

Incredibile, ma vero, è nota per il tour della prigione di San Pedro.

Il carcere San Pedro – Bolivia

Fino a non molto tempo fa, era considerata una delle attività da non perdere in città.

Era infatti il tour più venduto, consigliato anche sulle guide turistiche di fama mondiale.

In cosa consisteva? Una giornata intera in carcere! Proprio così! A fare cosa? Giocare a football con i detenuti, condividere con loro un buon pranzo, visitare tutti settori ed alla fine pare che ci fosse anche il “regalo”, che qui chiamano “zucchero”.

Il governo ha giustamente deciso di rendere illegale questo tour, ma è rimasto ancora leggendario, motivo per cui il tour a piedi di La Paz comincia proprio dalla piazza antistante, ovvero Plaza Sucre.

TOUR DI LA PAZ

La Paz: tra cholitas, sciamani, streghe ed il carcere più particolare del mondo

Punto di partenza è Plaza Sucre, intitolata al secondo presidente boliviano Antonio Josè de Sucre, ma soprattutto conosciuta come Plaza San Pedro.

La piazza è situata nel quartiere di San Pedro, il più antico della città, in cui troviamo l’omonima chiesa.

Ciò che però la rende famosa è il carcere!

CARCEL DE SAN PEDRO

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La Paz: tra cholitas, sciamani, streghe ed il carcere più particolare del mondo

La prigione di San Pedro ha 100 anni. E’ stata primo un monastero, poi convertita in una fortezza militare ed in seguito trasformata in prigione.

Questo carcere è stato inizialmente concepito per soli 400 detenuti, ma adesso ne conta tra i 2500 ed i 3000.

È una prigione maschile, ma molti di loro vivono con le famiglie, inclusi i bambini.

E’ per questo motivo che viene chiamata “la città”, è come un piccolo villaggio nella città, dove puoi trovare tutto e tutto ruota attorno al denaro.

E’ diviso in 8 differenti settori, in cui i detenuti possono avere un proprio alloggio, mettere su piccoli business, come ad esempio fare il meccanico, il sarto, il parrucchiere, il ristoratore o il barista. Nella “città” si può trovare di tutto.

I detenuti di questo carcere sono qui per reati minori, l’80% per reati legati alla droga.

Hanno molta libertà e tante agevolazioni, poiché le guardie sorvegliano solo il perimetro della prigione, non c’è alcuna sbarra e nessuna guardia all’interno.

Altro sul carcere San Pedro – Bolivia

I prigionieri però devono pagare per tutto, cibo, vestiti ed anche l’entrata nella prigione ha un costo.

All’interno abbiamo un settore ricco ed un settore povero.

Nel settore ricco, la costosissima cella è un appartamento vero e proprio con bagno privato, letto King, tv a Led, tutti gli elettrodomestici possibili ed immaginabili ed il Wi-Fi, che non pagano, in quanto ottengono il segnale dall’hotel vicino.

Nel settore povero, si trovano a condividere uno spazio angusto 10-15 persone.

Dato che devono pagare per tutte le spese lì dentro, hanno la necessità di lavorare.

Tuttavia, non c’è abbastanza lavoro per tutti, così hanno dovuto mettere in moto la loro creatività, dando vita a nuove attività, come ad esempio il servizio taxi.

Come fare ad avere un taxi? Lo si affitta al cancello principale, pagando tra i 5 ed i 7 bolivianos, ossia meno di un Euro. Il taxi entra nella prigione e cerca il detenuto tassista.  Lo preleva e lo porta al cancello principale.

Purtroppo il modo più veloce per fare soldi è quello di ricorrere allo spaccio. Sì dice che nel carcere di San Pedro circoli la droga più pura del mondo. Si tratta però di una minima quantità per coloro che ne sono dipendenti all’interno del carcere.

In passato, parte della droga veniva inviata all’esterno tramite i figli ed i familiari, ma era molto pericoloso. In caso i parenti fossero stati trovati in possesso della droga, il detenuto sarebbe stato tradotto al carcere di massima sicurezza.

Vige una forte organizzazione interna, motivo per cui non hanno bisogno delle guardie all’interno del perimetro. Ogni settore ha il suo rappresentante, che si occupa di gestire il perimetro, raccogliere i soldi e stabilire regole. Se commettono qualcosa di sbagliato, vengono condannati al carcere duro, dove ci sono i detenuti per crimini gravi ed in cui non esiste nessuna di queste facilitazioni.

MERCATO RODRIGUEZ

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Da Plaza Sucre ci avviamo verso il mercato più importante della città, il Mercado Rodriguez, superato per dimensioni ed affluenza solo da quello domenicale e del giovedì a El Alto, che con i suoi 400 isolati viene considerato il mercato più grande del Sudamerica.

Il mercato Rodriguez si tiene di sabato e di domenica.

I locali amano andare al mercato, in cui vi sono tanti aspetti sociali importanti. Ad esempio se tu vuoi comprare qualcosa, devi stabilire un rapporto con la venditrice, intrattenendo una conversazione con lei.

La venditrice è la Caseira.  Ti chiede della tua vita, cosa fai, se sei sposato/a, sei fidanzato/a. Indaga sull’aspetto sociale della persona e pare che non sappia neanche tenere la bocca chiusa ed in breve la tua figura diviene leggenda nel mercato.

Quando si compra qualcosa dalla Caseira, ti può dare qualcosa in più gratis, ma non puoi contrattare. Lo sconto non è nel costume locale, ma sono loro ad offrirti un extra come segno di cortesia.

La Paz si trova in una zona strategica, a tre ore dall’Amazzonia ed a due da un fiume con una valle, in cui si coltivano tutti i tipi di frutta tropicale, tranne le mele, che vengono importate, poiché ne hanno una sola qualità ed è molto piccola.

Il pesce deriva dal lago Titicaca o dall’Amazzonia.

Le patate di colore nero sono patate disidratate, appositamente per farle mantenere a lungo. Mi dicono che possono resistere per 15-20 anni senza deperire. La patata nera è chiamata Junio, la bianca Tunta.

400 tipi di patate vengono coltivate nella sola zona di La Paz e la gente di La Paz è chiamata a chucutas, che significa testa di patata.

Quando ti innamori di qualcuno, ti dicono che “estas camote”, ossia sei una patata dolce.

In Bolivia esistono 36 gruppi etnici, uno dei più grandi e quello degli Aymara, che si trovano soprattutto nell’Altipiano di La Paz. Le donne con l’abbigliamento tipico appartengono a questa etnia e vengono chiamate Cholitas, leggi approfondimento.

MERCATO DELLE STREGHE

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Non si può visitare La Paz senza passare per il Mercado de las Brujas, ovvero delle Streghe, tra i suoi prodotti “atipici”   e lo sciamano.

IGLESIA DE SAN FRANCISCO

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Alle spalle del Mercato delle Streghe, si trova la Chiesa di San Francisco.

La grande via che la costeggia in passato era un fiume, il Choqiyapu, che è anche il nome originale di La Paz.

Nel 1500 questo fiume divideva La Paz in due: il versante dove adesso c’è la chiesa di San Francesco era considerato la parte indigena, l’altro lato del fiume era la parte coloniale.

La chiesa di San Francesco è un grande esempio di come gli spagnoli abbiano cattolicizzato gli indigeni.

Innanzitutto forzarono i locali a costruirla, poi lasciarono che questi mettessero le iconografie indigene sulla facciata. L’intento era quello di far sentire gli indigeni più connessi con il cattolicesimo ed è il motivo per cui sulla facciata di San Francisco troviamo sopra la colonna una faccia simile ad un dragone, che mastica foglie di coca. E’ la rappresentazione di uno Yatiri.

Dove c’è la statua di San Francesco, sulla sinistra, inserita tra due pilastri, c’è una donna nuda, che porta due pesci e sta partorendo in un fiore. E’ la rappresentazione di Pachamama ad indicare la fertilità.

Quest’arte è chiamata baroque mestize, ossia il barocco andino di stile meticcio.

All’interno della Chiesa troviamo degli specchi, che nel 1500 non erano conosciuti in Bolivia.

Quando gli spagnoli mostrarono gli specchi agli indigeni, questi ultimi, vedendo il proprio riflesso, pensarono che la propria anima fosse stata intrappolata nello specchio. Un’anima intrappolata ti può far ammalare, se non addirittura morire. E’ questo il motivo per cui non vogliono farsi fotografare, una foto ruba l’anima.

Gli spagnoli comprendono il punto debole dei locali, così installano tanti specchi sull’altare in modo che gli indigeni, visitando una chiesa, potessero immaginare che il loro spirito fosse lì e si sentissero costretti a tornare per ricongiungersi.

Attualmente l’80% della popolazione è cattolica, ma solo il 10% è un cattolico puro, l’altro 70% crede contemporaneamente a Pachamana ed alle offerte alla divinità.

PLAZA MURINO

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E’ la piazza principale di La Paz, che in precedenza veniva chiamata Plaza de Armas.

Il nome è dovuto al rivoluzionario Pedro Domingo Muriño, che nel 1809 capeggiò un gruppo di indigeni e cacciò gli spagnoli. E’ l’artefice della prima indipendenza della Bolivia. Purtroppo durò soli due mesi, in quanto gli spagnoli tornarono ed ammazzarono i rivoluzionari.

In questa piazza ci sono i palazzi più importanti della città: la cattedrale metropolitana, il palazzo del governo ed il palazzo del congresso.

LA CATTEDRALE

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Il nome completo della cattedrale è Nostra Signora della Pacee fu costruita sui resti di una precedente cattedrale seicentesca nel 1835, in stile neoclassico con elementi di stile barocco.

La parte alta della facciata è stata terminata nel 1988, quando Papa Giovanni Paolo II giunse in visita a la Paz. In soli 3 mesi è stato terminato ciò che non è stato compiuto in 153 anni.

PALAZZO DEL GOVERNO

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Dietro al palazzo cinquecentesco, alcuni mesi fa è stato terminato il nuovo grattacielo, che ospita il Governo ed in cui il Presidente vive, lavora e da qui si sposta in elicottero. ù

Il palazzo del governo viene anche chiamato il Palacio Quemado, ovvero il Palazzo bruciato.

A La Paz vi sono manifestazioni frequentissime, la gente scende in piazza per qualsiasi cosa, anche la più futile: ad esempio c’è stata una dimostrazione per la soppressione dei Simpson in TV, cosicché in un giorno sono riandati in onda.

Durante il mio soggiorno c’è stata una manifestazione seria contro la violenza sulle donne, che ha visto marciare in testa anche il Presidente Morales.

Spesso però diventano violente, tanto da arrivare ad entrare nel Palazzo e dargli fuoco.

Nel 1950 il presidente decise di non vivere più qui, ma in un complesso residenziale vicino Sopocachi.

L’attuale Presidente ha deciso invece di tornarci a vivere, costruendo il nuovo edificio.

PALAZZO DEL CONGRESSO

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La Paz è la capitale politico-amministrativa del Paese, non quella giuridica. Quando a Sucre, la capitale della Bolivia, l’industria delle miniere è collassata, molte istituzioni hanno deciso di muoversi a La Paz.

In 200 anni di indipendenza la Bolivia ha avuto 88 presidenti, in pratica un Presidente ogni due anni.

Nella loro storia hanno ucciso cinque presidenti ed uno di questi, Jualberto Villaroel, ucciso nel 1946, era considerato un buon presidente. Il suo motto era “non sono un nemico dei ricchi, ma sono più amico di poveri.

A causa di ciò, i ricchi e potenti della città protestarono. Entrarono nel palazzo, lo colpirono brutalmente e poi lo gettarono dal balcone del secondo piano.  Villaroel sopravvisse alla defenestrazione, così decisero di impiccarlo in piazza al lampione di fronte la chiesa. Hanno successivamente realizzato di aver commesso un errore ed hanno eretto un monumento in suo onore, collocandolo proprio davanti al lampione dove fu giustiziato.

Prima dell’attuale presidente, c’era Gustavo Sanchez de Losada, chiamato dai boliviani “el gringo”, poiché cresciuto negli Stati Uniti e non in grado di parlare bene lo spagnolo. Nel 1997 ha privatizzato tutte le compagnie più importanti ed ancora i boliviani si chiedono dove siano questi soldi. Da non crederci, viene rieletto nel 2003.

Quando però ha cercato di applicare la tassa sul salario minimo, la popolazione si è ribellata e Losada ha represso duramente la rivolta, procurando 36 morti e 200 feriti.

Una successiva rivolta sanguinosa si è avuta a causa del gas, ma qui ha iniziato a temere per la sua stessa vita ed è scappato negli Stati Uniti.

Nel 2005 viene eletto a maggioranza il primo Presidente indigeno della storia della Bolivia, Evo Morales, che cambia il nome dello Stato da Repubblica di Bolivia a Stato Plurinazionale di Bolivia.

Morales ha nazionalizzato le maggiori compagnie: gas, telecomunicazioni, acqua, mais, produzione di cibo ed ha reinvestito questi soldi in infrastrutture, tra cui la Teleferica che connette il centro di La Paz con El Alto.

Prima del Presidente Morales, agli indigeni non era permesso studiare la propria lingua, lavorare con i vestiti tradizionali e difendere la propria identità culturale.

Il Presidente è un indigeno, nato nelle campagne di Oluru ed appartiene alla cultura quechua.

Da quando è in carica. Gli indigeni lavorano nel Governo e le cholitas sono diventate vere e proprie icone culturali a La Paz.

Ha ridotto la tassazione sul salario, ha dato bonus agli studenti per libri ed uniformi, un bonus maternità fino al compimento dei 3 anni del bambino.

Ha garantito alla popolazione delle campagne un paio di scarpe nuovo all’anno, a noi può sembrare nulla, ma la povertà di certe zone rurali è sconcertante.

A pochi isolati da Plaza de Armas, vale la pensa fare un salto a CALLE JAEN, per avere un’idea del periodo coloniale.

E’ una via stretta, che un tempo era chiamata “mercado de llamas”, ovvero il mercato dei lama. In questa via hanno vissuto Murillo e Jaen, i due rivoluzionari dell’indipendenza boliviana.

Calle Jaen mantiene ancora ben conservato lo stile architettonico spagnolo.

Dopo aver visitato Plaza Muriño ed il cuore della città, la tappa successiva è la parte alta di La Paz.

EL ALTO

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Si giunge ad El Alto prendendo la Teleferica, un gioiello dell’era Morales, con 9 linee ed altre due quasi terminate, che collegano il cuore storico di La Paz con la sua estensione sul declivio fino alla zona più alta.

E’ la zona più popolosa e popolare di La Paz, tutte le persone che non hanno potuto, o che attualmente non possono, acquistare le esose case del centro, si riversano a El Alto.

La cosa che mi ha colpito di più prendendo la Teleferica per salire qui sopra è stata la vista delle case al di sotto.

Un’enorme distesa marrone di abitazioni non terminate, ricoperte da lamiere, con panni che sventolano sui terrazzi.

Ci sono andata più per curiosità che per altro. El Alto non è proprio il luogo turistico in cui andare, anzi, bisogna stare in campana.

Ad El Alto si tiene la domenica il più grande mercato del Sud America e della sua immensità te ne puoi rendere conto solo sorvolandolo con la Teleferica.

CONSIGLI ED INFORMAZIONI DI VIAGGIO:

DOCUMENTI NECESSARI PER IL SOGGIORNO: Per un viaggio turistico controllare se occorra o meno fare il visto turistico prima di entrare. Dipende dalla propria nazionalità. Come europea, ho fatto la classica Visa on arrival.

COME ARRIVARE:

  • Aeroporto Internazionale di El Alto
  • Autobus dalle maggiori località della Bolivia, del Perù e del Cile. Consiglio la compagnia Todo Turismo.

MONETA UFFICIALE: Boliviano.

TEMPERATURA: Inverni molto rigidi con escursione termica.

VACCINAZIONI: E’ richiesta la vaccinazione contro la Febbre Gialla. E’ consigliabile farsi la vaccinazione contro il tetano, la febbre tifoidea e per l’epatite A e B.

Informarsi sempre presso il sito del Ministero della Sanità qualora ci fossero vaccinazioni obbligatorie.

P.S: Io ho fatto il vaccino contro la Febbre Gialla, ma non mi è stato richiesto di esibire il certificato di vaccinazione.

ASSICURAZIONE DI VIAGGIO: che copra spese mediche, trasporti e necessità impellenti.

DOVE ALLOGGIARE: Zona centrale di La Paz.

COME MUOVERSI:

  • prenotare online un tour a piedi della città: la guida è in inglese o in spagnolo.
  • Teleferica per raggiungere El Alto.

DOVE MANGIARE:

La guida mi ha indicato Alaya Restaurante in Calle Cochabamba. La cucina pacena è basata su prodotti quali patate disidratate, quinoa, carne di manzo e trota.

ABBIGLIAMENTO ED ACCESSORI

  • scarpe da trekking o che almeno siano molto comode. Questo è il primo consiglio.
  • Occhiali da sole
  • Protezione solare 50+.
  • Protezione per le labbra, mani e viso.
  • Abbigliamento caldo e fresco: l’escursione termica è presente tutto l’anno. Vestirsi a strati.

Non dimenticare di portare guanti, cappello di lana e cappello leggero.

COSA PORTARE:

  • Medicine: per il mal di montagna, come Diamox, aspirina, antidolorifico, antibiotico, per problemi intestinali come vomito, diarrea, costipazione e mal di stomaco, pomata antibiotica, per irritazioni e punture di insetti, cerotti, salviettine medicali e qualsiasi altra medicina si ritenga necessaria.
  • Antizanzare con protezione alta
  • Torcia: può essere sempre utile.
  • Portare sempre contanti con sé. Mi riferisco alle mance ed alle piccole spese locali. I ristoranti o le agenzie accettano le carte di credito.
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