FIRENZE pt 2: IL PARADISO DELL’ARTE SIMBOLO DELLA POTENZA E LUNGIMIRANZA DEI MEDICI

FIRENZE pt 2: IL PARADISO DELL’ARTE SIMBOLO DELLA POTENZA E LUNGIMIRANZA DEI MEDICI

Firenze è il Paradiso dell’arte ed è proprio qui in città, davanti alla Basilica di Santa Croce, che è nata la Sindrome di Stendhal. Firenze è un museo a cielo aperto, un’opera d’arte in sé per sé, che rappresenta un orgoglio tutto italiano.

FIRENZE pt 2: IL PARADISO DELL’ARTE SIMBOLO DELLA POTENZA E LUNGIMIRANZA DEI MEDICI

Nella I parte della camminata per Firenze, siamo partiti da Palazzo Medici Riccardi, la casa di Cosimo I e Lorenzo il Magnifico, il luogo da cui è partito tutto. Abbiamo attraversato il quartiere mediceo, San Lorenzo, Santa Maria Novella, Via de’ Tornabuoni  e siamo giunti a Piazza della Repubblica, antico Foro romano e mercato della città. Abbiamo proseguito per via Calimala per giungere ad Orsanmichele.

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ORSANMICHELE

ORSANMICHELE  in origine era l’antico mercato delle granaglie, che venivano stipate al primo piano, ed all’interno di questo mercato vi era una piccola Madonna del Popolo, davanti alla quale la sera la popolazione si riuniva a cantare, ma accadde un miracolo e così venne convertita in una chiesa.

Le corporazioni delle Arti vedono immediatamente la grandezza di questo edificio, non intesa in senso di dimensioni, ma in senso strategico. Orsanmichele è collocata tra Palazzo Vecchio e la Cattedrale, tra il potere temporale e quello spirituale, divenendo così il terzo potere, l’economia.

Alla fine del 1200 l’economia governa la città tramite i rappresentanti delle corporazioni a Palazzo Vecchio.

Notiamo la statua di San Giorgio fatta da Donatello, che ispira la posa del David di Michelangelo.

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A Firenze la prospettiva scientifica o artificiale viene applicata da Brunelleschi nel 1416, 2 anni dopo Donatello, suo grande amico, l’applica su questo sfondo usando lo stiacciato, grazie al quale da allievo diventerà maestro.

Donatello, allievo di Ghiberti, insegnerà proprio al Ghiberti la tecnica dello stiacciato, che aveva appreso nel suo viaggio a Roma con Brunelleschi.

Orsanmichele diventa la sede di tutte le arti, in questa chiesa vengono onorati tutti i santi protettori delle arti, intorno a questa chiesa nasce il Rinascimento, tutte queste statue sono l’evoluzione dell’arte rinascimentale nella scultura.

Gli originali sono esposti al primo piano, fuori vi sono le copie!

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Guardiamo un’opera del Ghiberti, San Matteo, che è il patrono dei cambiavalute, è sovrastato dallo scudo con le palle, a cui si ispirano i Medici.

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Originariamente lo stemma mediceo aveva circa 20 palle, divenute sei nel 1466 con il padre di Lorenzo il Magnifico.

Firenze si ingrandisce agli inizi del Trecento grazie ad una decisione rivoluzionaria, quella di abolire la schiavitù alla fine del 1200, in questo modo viene rubata forza lavoro ai proprietari terrieri.

Migliaia di schiavi giungono in questa città, poiché tutti hanno sentito dire che a Firenze sono tutti uomini liberi e questo fa sì che la città si ingrandisce, tanto che i Medici si ritrovano a dover edificare per questa crescente popolazione, che subisce una battuta d’arresto solo con l’avvento della peste nera.
Questi ex schiavi sono proprio i nuovi fiorentini, liberatisi anche grazie al loro lavoro, questa nuova forza lavoro venne impiegata per la costruzione della Cattedrale e di Palazzo Vecchio, monumenti che simboleggiano la nuova era di libertà, un cambiamento politico, che porteranno all’evoluzione dell’Umanesimo ed al Rinascimento.

Prima di girarci per Piazza della Signoria, fermiamoci alla Loggia del Mercato Nuovo per vedere la FONTANA DEL PORCELLINO ed effettuare un rito scaramantico di Firenze.

FONTANA DEL PORCELLINO

La Fontana del Porcellino è una copia di un originale greco, fatta da Tacca nel Seicento. Per essere ancor più precisi, l’originale opera di Tacca è stata messa in un museo e c’è una copia moderna nella Loggia.

Questo porcellino ha origine da una statua, che attualmente si trova agli Uffizi e che fu trovata per caso a Roma nel quartiere Esquilino.

Per il suo sguardo Giorgio Vasari lo definì un porco-cinghiale in atto di sospetto.

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Anche Andersen cita il porcellino durante uno dei suoi viaggia Firenze nei primi dell’Ottocento e racconta come il porcellino avesse il muso lucido, in quanto i ragazzini si abbeveravano all’acqua che fuoriusciva dal muso stesso.

Attualmente, non puoi andartene da Firenze senza toccare il naso del porcellino nella Loggia, mettergli una moneta in bocca e farla cadere, se passa la grata e va giù, avrai fortuna.

PALAZZO VECCHIO

Siamo davanti a PALAZZO VECCHIO, precedentemente conosciuto come Palazzo dei Priori, la cui costruzione risale alla fine del XIII e viene attribuito ad Arnolfo di Cambio, che lo costruì sulle rovine di un antico palazzo, di proprietà degli Uberti, una famiglia Ghibellina che era stata cacciata da Firenze.

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Del palazzo antecedente ne incorpora l’antica Torre delle Vacca, i lavori cominciano nel 1299 e continuano anche dopo la morte di Arnolfo di Cambio, avvenuta nel 1302.

Palazzo Vecchio diviene il Palazzo della Signoria, ovvero il Consiglio cittadino capeggiato dai Priori.

Per 10 anni, tra il 1540 ed il 1550, divenne la residenza di Cosimo I, che ne raddoppiò il volume, facendo opere di ampliamenti necessari alla corte ducale.

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Il nome Palazzo Vecchio lo assunse quando Cosimo I decise di trasferirsi a Palazzo Pitti, mentre la Piazza mantenne il nome di Piazza della Signoria.

LOGGIA DEI LANZI O DELLA SIGNORIA

 

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Sullo sfondo della LOGGIA DEI LANZI O DELLA SIGNORIA vi sono delle sibille romane originali di 2000 anni fa e sotto l’arco a destra c’è il “Ratto delle Sabine” di Gian Bologna, il cui lavoro ricorda Michelangelo, con queste pieghe e con le posture del corpo, quella rotazione che fa accentuare un gioco di linee e che aumenta la tensione della scena.

Dall’altro lato abbiamo “Perseo con la testa medusa” di Benvenuto Cellini, un capolavoro su cui Cellini ha scritto anche un’autobiografia, descrivendo i dettagli sull’opera, che è stata creata in una sola fusione al primo tentativo.

 

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Quest’opera viene commissionata nel momento in cui Cosimo I riesce a battere il partito antimediceo, che combatteva contro i Medici per reinstaurare la Repubblica di Firenze.

Cosimo I era famoso per tagliare con le proprie mani la testa dei suoi nemici e questa testa tenuta in mano da Perseo va letta come un avvertimento per tutti i sopravvissuti fiorentini.

Adesso concentriamo il nostro sguardo e tutta l’attenzione su GLI UFFIZI, che furono realizzati Giorgio Vasari dal 1560.

GALLERIA DEGLI UFFIZI 

 

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Gli Uffizi furono concepiti da Cosimo I dei Medici, che volle racchiudere in una zona attigua a Palazzo Vecchio quelle che erano le magistrature, ovvero uffici della burocrazia statale.

Cosimo I era un dittatore, che aveva concentrato il potere nelle sue mani e volle riunire le singole magistrature all’interno di un unico edificio attiguo al suo centro di potere, Palazzo Vecchio.

Gli Uffizi per i Medici sono il luogo di lavoro, facilmente raggiungibile grazie al “Corridoio Vasariano”, creato proprio dal Vasari, che da Palazzo Vecchio giunge a Palazzo Pitti attraversando l’Arno.

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Presso gli Uffizi vi erano gli uffici tributari ed amministrativi della Toscana, tanto da rendere la Toscana il primo Stato centralizzato del mondo nel 1565.

Dal primo nucleo che nasce come macchina statale, nel momento in cui diviene Granduca il figlio di Cosimo, Francesco I, viene deciso che il piano superiore verrà destinato ad ospitare opere d’arte, così fa chiudere dal Talenti quello che era un loggiato aperto nel 1584 e comincia a portarvi delle opere d’arte e nasce il concetto di Galleria, uno spazio lungo che prende la luce da un lato e lungo il quale sono collocate opere d’arte, un concetto che verrà copiato ovunque nel momento.

Galleria è una parola usata in tutto il mondo per denotare musei importantissimi, ma la prima tra tutte gallerie è questa degli Uffizi.

Nella Galleria degli Uffizi i Medici misero le statue romane, che collezionavano già dal XIV secolo, e vengono disposte lungo una parete bianca, illuminata dai finestroni.

Leggi il post su gli Uffizi qui GALLERIA DEGLI UFFIZI

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Secondo l’effetto che Giorgio Vasari aveva pensato, queste opere viste da fuori, dal lato dell’Arno, avrebbero dovuto dare l’impressione di essere sospese.

Nella loggia del Palazzo degli Uffizi troviamo arte da ogni lato, le statue sono una sfilata di personaggi toscani famosi, dai più importanti a quelli minori.

In linea retta abbiamo una serie di personaggi illustri a partire da Cosimo I, Pater Patriae, Lorenzo il Magnifico, Gian Bologna, Ammannati, Donatello, Michelangelo.

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Abbiamo Nicola Pisano, giunto in Toscana da una località ignota della Puglia, ovvero dagli ex territori della Magna Grecia, dove è cresciuto guardando statue greche romane.

Nicola Pisano è lo stupor mundi, apre la sua prima bottega a Pisa e diventa maestro di Arnolfo di Cambio, che a Firenze ha fatto la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Basilica di Santa Croce e Palazzo Vecchio. Grazie a Nicola Pisano nasce una tradizione locale di scultura nella città, che culminerà con Michelangelo.

Abbiamo poi Giotto, padre dell’arte moderna, Donatello, Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Guido Aretino, Benvenuto Cellini, Dante, Petrarca, Boccaccio.

Tutti i personaggi sono stati inseriti in queste nicchie, le cui decorazioni furono progettate già nel 1500, ma realizzate nell’Ottocento.

Sono due gallerie lunghissime, il tutto deve accentuare la fuga prospettica delle linee ed è la prospettiva che ha reso grande l’arte fiorentina dell’arco del 400, una spazialità precisa e realistica.
Abbiamo poi Francesco Guicciardini, il primo storico moderno, a lui si deve la Storia d’Italia agli inizi del 1500, tra l’altro è vicino di casa e coetaneo di Niccolò Machiavelli, ma non corre buon sangue tra loro, Guicciardini parteggia per i Medici, Machiavelli finirà per essere cancelliere della Repubblica, finendo per essere esiliato.

Lasciamo la Loggia degli Uffizi per affacciarci sull’ARNO, il fiume che, grazie alla sua navigabilità, ha reso Firenze potente, nonostante fosse nell’entroterra.

ARNO 

L’acqua dell’Arno ha alimentato le industrie fiorentine per centinaia di anni e poi tutto la produzione veniva trasportata con la barca a Pisa, una delle quattro Repubbliche Marinare, una vera potenza del Mar Mediterraneo.

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Pisa fu costruita sulla foce dell’Arno e del Serchio, due fiumi che creavano a Pisa una laguna, proprio come a Venezia. Sotto i Medici Pisa continuava ad insorgere per ottenere la propria libertà, cosicché Cosimo I bonifica la laguna, interra il porto e così i pisani smettono di fare lotte.

Giungiamo al PONTE VECCHIO.

PONTE VECCHIO

Ponte Vecchio è realmente il ponte più vecchio della città, costruito nel 1345.

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Vi era in precedenza un ponte romano su cui era stata collocata la statua di Marte. Nel 1333 un’alluvione dell’Arno lo spazza via e comincia la nuova costruzione con le abitazioni sopra, che non erano in realtà abitazioni, ma erano macellerie, i cosiddetti beccai concentrati sul ponte.

Su Ponte Vecchio troviamo le oreficerie ed è stato posto qui il monumento a Benvenuto Cellini, grandissimo orafo, fonte di ispirazione per coloro che fanno questo mestiere.

Ad entrambi i lati del Ponte Vecchio vi sono degli edifici moderni, nonostante il ponte sia originale dal 1345: durante la II Guerra Mondiale, grazie ad una decisione presa dall’allora ambasciatore tedesco, il Ponte Vecchio venne salvato, ma distrussero le case su entrambi i lati per creare dei blocchi con le macerie.

Prendiamo VIA POR SANTA MARIA, da cui iniziava proprio Firenze, qui c’era la porta di Firenze, perché Por e l’abbreviazione di porta. Osserviamo la Torre degli Amidei, che svetta sulle case, ha una struttura tipicamente medievale e sono da notare i due leoni etruschi.

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CHIESA DELL’IMMAGINE

Soffermiamoci sulla CHIESA DELL’IMMAGINE, che è di stile romanico, ma la curiosità che davanti a questa chiesa hanno avuto inizio le lotte tra Guelfi e Ghibellini. Cosa avvenne? C’era la folla davanti alla chiesa riunitasi prima della celebrazione di un matrimonio, arrivano i Guelfi ed ammazzano un Ghibellino. I Ghibellini rispondono e comincia una lotta fratricida durata anni.

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È una chiesa ghibellina e tutte queste striature bianco nere rappresentano un’affiliazione ai Ghibellini.

Le torri ci sono giunte spoglie, ma quando erano abitate, erano tutte collegate tra loro tramite ponti aerei, c’erano balconi ad ogni piano.

A Firenze bisogna perdersi tra le sue stradine, tra le sue torri e le consorterie.

Andiamo nel quartiere dantesco, uno dei pochi che è rimasto intatto e non è stato toccato dalla ricostruzione ottocentesca, per scoprile la CASA DI DANTE ALIGHIERI.

CASA DI DANTE ALIGHIERI

Dante Alighieri, il grande Padre della Letteratura italiana, nasce nel 1265 a Firenze e vive in città, finché è costretto a lasciarla per andare in esilio.

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Nel contesto delle guerre intestine a Firenze tra Guelfi e Ghibellini, Dante, dopo aver vinto la guerra accanto ai Guelfi, cambia idea e diventa un guelfo Bianco, ovvero un neoghibellino e nella Divina Commedia si augura che l’Italia venga guidata dall’imperatore Arrigo VII.

Pagherà cara questa preferenza politica, che lo porterà a “provare come sa di sale lo pane altrui”, a vivere in esilio e morire a Ravenna, lontano dalla sua amata Firenze.

Dante però non vide la Firenze come la vediamo oggi, andò in esilio nel momento in cui vengono commissionati i lavori della Cattedrale, di Palazzo Vecchio, Orsanmichele, Santa Croce.

La città in cui viveva Dante era quella racchiusa nella cinta muraria dell’XI secolo, precedente a quella di Arnolfo di Cambio.

Osserviamo la Torre della Castagna in via Dante Alighieri, fu eretta nel 900 ed è detta anche “bocca di ferro”, è una delle più antiche del centro storico, ma non era usata come abitazione, se ne servivano come rifugio. Alla Torre si accedeva dal primo piano tramite delle scale di legno e lo usavano in caso attacco, riportavano su la scala e si chiudevano.

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La loro abitazione era al lato e solo dal XIII secolo cominciarono a costruire delle torri più grandi in cui si potesse abitare.

La Torre della Castagna ha una particolarità, prima della costruzione del primo comune fiorentino, sede del governo cittadino, i consoli fiorentini nell’XI secolo si ritrovavano qui.

Come sappiamo qual è la casa di Dante? Il Sommo Poeta scrive di avere la Torre della Castagna così vicina che se avesse meno la mano fuori dalla finestra, avrebbe potuto toccarla

Sulla casa di Dante Alighieri c’è anche lo stemma.

Vicino c’è la Chiesa di Santa Margherita, comunemente nota come la Chiesa di Dante, che venne completamente pagata da Folco Portinari, il padre di Beatrice.

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Incamminiamoci verso PIAZZA DEL DUOMO con la magnifica CATTEDRALE DI SANTA MARIA DEL FIORE e CUPOLA DI BRUNELLESCHI, IL BATTISTERO ED IL CAMPANILE DI GIOTTO.

PIAZZA DEL DUOMO

Giungere a Piazza del Duomo significa non sapere dove volgere per prima lo sguardo senza rimanere abbacinati.

CATTEDRALE DI SANTA MARIA DEL FIORE

La CATTEDRALE DI SANTA MARIA DEL FIORE è la terza Chiesa del mondo, dopo San Pietro a Roma e Saint Paul a Londra.

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Viene realizzata su progetto di Arnolfo di Cambio, già citato nella prima parte di Firenze in merito a Palazzo Vecchio. Arnolfo di Cambio la progetta con tre navate e l’altare maggiore, su cui poi Brunelleschi realizzerà la Cupola.

Viene costruita in sostituzione della precedente Chiesa di Santa Reparata ed intitolata alla Madonna del Fiore nel 1412 e con il “fiore” ci si riferiva al giglio, il simbolo di Firenze.

I fiorentini sono stati obbligati per legge a chiamarla Santa Maria del Fiore, se l’avessero chiamata Santa Reparata, sarebbero stati multati.

Il progetto della facciata di Arnolfo di Cambio era differente, verrà poi rifatta dal Granduca Francesco I.

LA CUPOLA DI FILIPPO BRUNELLESCHI

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E’ un capolavoro assoluta dell’arte mondiale e per tutti è il simbolo di Firenze e la più grande volta in muratura del mondo, realizzata con la sovrapposizione di due cupole, una interna con oltre due metri si spessore e l’altra esterna, ricoperta di in tegole di cotto.

Notiamo un particolare, la palla dorata che sovrasta la cupola di Brunelleschi venne fatta da Verrocchio, aiutato da Leonardo da Vinci, di cui era il Maestro. Da dove possiamo vederla?

Cerca nella parte dietro al Duomo un cerchio marmoreo,

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Da qui si può vedere la decorazione completata della cupola, la cupola è basata su un ottagono e solo questo lato è stato finito da Baccio d’Agnolo, che ha la sfortuna che Michelangelo di ritorno a Firenze per vedere la sua amata Cupola, guarda la decorazione di Baccio d’Agnolo e gli dici che ha creato una gabbia per grilli. Baccio d’Agnolo non più la decorazione e nessuno dopo di lui lo ha mai fatto!

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In realtà il disco ovale marmoreo è qui perché la palla ovale è caduta per ben due volte, nel 1492, un mese prima che morisse Lorenzo il Magnifico, tanto che fu preso come un segno nefasto. Quando cadde la seconda volta nel 1601, il Granduca Ferdinando I, memore della prima funesta volta, la fece aprire, riempire con le reliquie dei Santi, sigillare e riporre sopra la cupola.

E’ larga 4 metri ed all’interno c’è una stanza, raggiungibile tramite una scala, utilizzata ogni due anni per pulire la palla dorata.

Le decorazioni del Duomo non sono altro che una versione stile gotico delle decorazioni del Battistero, ripropone la suddivisione geometrica delle facciate tipicamente fiorentina, che dimostrano che Firenze era una città guelfa, la cattedrale viene finanziata dall’Arte della Lana, che, alla morte di Arnolfo di Cambio, incarica Giotto come capomastro, ma si occuperà del Campanile, poiché morirà tre anni dopo e verrà sostituito da Andrea Pisano.

CAMPANILE DI GIOTTO

Nel CAMPANILE DI GIOTTO sono rappresentati tutti i mestieri, perché è grazie al lavoro che i fiorentini si liberano una prima volta ed  il lavoro viene rappresentato sul Campanile per potersi liberare nuovamente e raggiungere il Paradiso. Il messaggio è che la libertà arriva all’uomo grazie al duro lavoro.

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Quest’opera La cattedrale doveva parlare direttamente al popolo fiorentino, che si era venuta a creare alla fine del 200 con i flussi di schiavi, che qui a Firenze hanno trovato la libertà.

Sul campanile tutto quel ciclo iconografico disegnato da Giotto è realizzato per la maggior parte da Nicola pisano, a cui ha partecipato anche Donatello per svariate opere, nelle nicchie sottostanti le campane.
Vediamo il giglio rosso su fondo bianco, che è il simbolo guelfo, perché in realtà il simbolo originale della città è giglio bianco su sfondo rosso, che viene preso però dagli antichi signori della città che erano Ghibellini, ma quando al potere vanno i Guelfi ne invertono i colori. Notiamo la croce rossa su fondo bianco, ovvero la croce di San Giorgio.

Il suono delle campane è la voce di Dio, il suono viene dall’alto va giù e trova i profeti, poi le sette virtù, un altro filtro per la parola di Dio, ed ancora vi sono i pianeti, lo studio, i Sacramenti ed arriva qui da noi che stiamo lavorando e che grazie al lavoro ci siamo liberati.

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Vediamo ad esempio un astronomo, un ingegnere, il dottore, il messaggero. Abbiamo le tessiture, il sistema giudiziario, gli inventori, rappresentati da Dedalo che inventa le ali, ed a proposito di ciò pensiamo ad esempio a quante volte Leonardo da Vinci, passando di qui per andare alla bottega del Verrocchio, avrà visto l’immagine degli inventori, di Dedalo con le ali.  Leonardo sviluppa macchine aeree volanti, che vengono anche sperimentate dal colle di Fiesole vicino Firenze, coloro che l’hanno provate finirono con la gamba rotta, ma Leonardo aveva pensato anche alle protezioni, che aveva fatto con le interiora delle pecore. riempite d’aria.

Fra le arti c’è anche il musicista, che fabbrica un liuto gigante, c’è il pastore, l’agricoltore. Poi abbiamo le arti esoteriche e gli studi.

Consiglio di salire sul Campanile di Giotto per godere di uno dei più bei panorami di Firenze.

IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI

Il Battistero di San Giovanni è collocato di fronte alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore ed è dedicato al Patrono di Firenze, San Giovanni.

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Nel Medioevo i fiorentini pensavano che fosse un’opera antica romana, di sicuro ciò che venne realizzata utilizzando anche colonne e rovine dell’antica Florentia.

Il Rinascimento comincia proprio con la decorazione della porta a nord di Ghiberti nel 1401, un capolavoro assoluto. E’ la prima volta che viene usata una cornice perfettamente quadrata, che influenzerà anche la pittura del 1400, perché nella cornice quadrata si vedrà la cornice perfetta con cui dipingere quadri, l’idea viene da qui e grazie alla tecnica di Donatello dello stiacciato riesce a creare tutte queste belle architetture sullo sfondo.  Questa è una scena dell’incontro tra la regina di Saba e Salomone, si diceva che rappresentasse in realtà il ritorno a Firenze di Cosimo il Vecchio, che aveva avuto una storia con una serva etiope, da cui era nato Carlo, il famoso Medici nero, divenuto priore del Duomo di Prato.

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Abbiamo le storie dell’Antico Testamento e si può anche vedere l’autoritratto di Lorenzo Ghiberti.

La porta d’oro ha il primato di essere stata creata con una sola colata, con un solo getto, usando un’antica tecnica greca, che è stata riscoperta proprio da Ghiberti.

 

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Quindi il Rinascimento comincia proprio con queste formelle e le storie del Vangelo.

Vale la pena entrare e vedere le decorazioni della cupola, realizzate nel XIII secolo in mosaico da artisti toscani, tra cui si ipotizza Cimabue.

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Con queste ultime meraviglie lascio Firenze, che non finisce mai di stupire e di cui ci si può solo innamorare per sempre e perdutamente.

 

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