Chi di noi da bambini non ha mai sognato un Castello, uno di quelli con principesse senza scarpetta, sorellastre e streghe cattive, draghi, orchi, arcolai, scale infinite, torri e storie a lieto fine?
I Castelli sono favole ad ogni occhi aperti, che per fortuna ci è ancora concesso di sognare e visitare e che ci riservano soprese, come ad esempio scoprire che al suo interno c’è ancora il Principe e che non ha un’armatura, ma modi gentili e cortesi.
CASTELLO RUSPOLI DI VIGNANELLO
Andiamo alla scoperta del Castello di Vignanello, nella provincia di Viterbo, residenza di proprietà dei Principi Ruspoli, che l’hanno resa accessibile al pubblico con prenotazione e che ci conducono nella visita del Castello e del suo splendido giardino attraverso le storie della famiglia e dei suoi personaggi illustri.
Ma chi sono i Principi Ruspoli?
C’è sangue scozzese nella famiglia Ruspoli, che risale a Marius Scotus, un mercenario che dalla Scozia giunse in Italia nel 773 al seguito dell’esercito di Carlo Magno, per difendere lo Stato Pontificio dall’attacco dei Longobardi.
Marius Scotus di Galloway era un uomo forte, alto e di barba rossiccia, abilissimo guerriero e soprattutto vittorioso, tanto che il Papa gli donò il contado di Bagnocavallo, vicino Bologna.
Qui si stanziò e la sua famiglia prese il nome di Marescotti, dalla contrazione del nome del fondatore.
I Marescotti furono sostenitori e paladini dello Stato Pontificio, fino a che si scontrarono con la famiglia Bentivoglio, che sosteneva il potere Imperiale.
I Bentivoglio diedero alle fiamme il Palazzo Marescotti, uccidendo tutti i componenti della famiglia, tranne uno che riuscì a salvarsi calandosi in maniera rocambolesca dalla finestra, raggiunse il Papa e ne invocò l’aiuto.
Papa Paolo III gli permise di sposare la nipote, Ortensia Farnese, che si trovava a Vignanello ed è così che i Marescotti da Bagnacavallo si ritrovano qui.
Vediamo brevemente i personaggi chiave della famiglia e partiamo da Ottavia Orsini, che va in sposa a Marcantonio Marescotti. Ottavia è la figlia di Vicino Orsini, il Signore di Bomarzo, il geniale creatore del Sacro Bosco, e lei, seguendo le orme paterne, realizza lo splendido giardino del Castello Ruspoli.
Il nome Ruspoli compare grazie al matrimonio del figlio di Ottavia e Marcantonio, Sforza Vicino Marescotti, con Vittoria Ruspoli, discendente da una nobile famiglia senese stabilitasi a Firenze.
I Ruspoli erano una famiglia di banchieri senza eredi maschi, l’accordo matrimoniale voleva che i discendenti prendessero il nome dei Ruspoli ed è così che nel 1700 abbiamo il primo Francesco Maria Ruspoli.
Soffermiamoci proprio su di lui, Francesco Maria Ruspoli, colui che a Vignanello fece costruire la Chiesa della Collegiata ed il Palazzo accanto al Castello, ma soprattutto è colui che fece salire di rango la famiglia Ruspoli da Conti a Principi.
La sorella di Francesco Maria divenne Santa e Patrona di Vignanello e nel Castello c’è una Cappella dedicata a lei.
Chi era la Santa?
Santa Giacinta, al secolo Clarice Marescotti, prima di prendere i voti, era una principessa ribelle, che si innamorò dell’uomo sbagliato, un amico di famiglia che divenne consorte della sorella minore di Clarice.
La bella principessa non la prese bene e viene rinchiusa in convento a Viterbo, in cui riuscì a continuare a condurre una vita agiata, poiché il padre le fece costruire un appartamento privato.
La vita fa sempre pagare dazio ed all’età di 35 anni Suor Giacinta si ammalò gravemente, tanto che venne chiamato un francescano per darle l’estrema unzione.
Il frate, però, resosi conto che Suor Giacinta non stava conducendo una vita di povertà e di umiltà consona allo stato di clausura, si rifiutò di darle i sacramenti.
La malattia ed il rifiuto del frate la colpirono profondamente Giacinta e quando miracolosamente guarì, decise di dedicare la sua vita ai poveri.
Era una monaca di clausura, per cui non poteva fare direttamente opere di bene, così iniziò così a chiedere un’ingente quantità di denaro ai suoi genitori per sfamare i poveri.
Riuscì a convertire malavitosi e briganti ed a far sì che fossero loro a fare opere di bene.
Dopo la conversione visse nel pentimento, c’è anche una teca con un cilicio per l’espiazione dei peccati, morì a 55 anni di stenti.
Santa Giacinta è la patrona di Vignanello, ma è anche copatrona di Viterbo, insieme alla più nota Santa Rosa.
Il Castello nasce intorno all’anno 1000 come fortezza militare costruita su di una rupe, circondata da una vallata e senza il giardino, che attualmente vediamo.
Da fortezza militare diviene convento dei benedettini e solo nel 1500 con i Farnese diviene una residenza nobiliare.
Vengono fatti interventi strutturali ad opera di Antonio da Sangallo, ad esempio l’atrio, che attualmente è chiuso, era a cielo aperto e si spiega così la presenza di un pozzetto.
Attorno al castello c’era un fossato senza acqua, perché a Vignanello non c’era rete idrica, portata solo dopo con la creazione del giardino.
Saliamo in uno dei saloni principali, in cui si può ammirare il ritratto del primo Marescotti, quello che si era salvato dall’incendio, ma che evidentemente la morte chiamava a sé.
Le pareti di questa stanza furono testimoni di un tragico delitto: Ortensia Farnese, la moglie del primo Marescotti e nipote del Papa, lo ammazzò con l’attizzatoio del camino.
Ortensia discendeva dalla nobilissima famiglia Farnese e venne costretta dallo zio Papa a sposare un mercenario senza nobiltà, che non aveva più eredità, proprietà e famiglia.
Venne considerata da tutti matta, di sicuro era una donna infelice da tenere ben lontana, una serial killer di mariti, ne uccise altri due!
Sulle pareti troviamo disegnato lo stemma della famiglia Ruspoli, i monti con l’uva. I monti rappresentano un simbolo araldico comune nelle famiglie toscane, mentre l’uva è legata alla zona, Vignanello.
Nelle stanze si possono ammirare le splendide foto a testimonianza del fatto che la famiglia Ruspoli abbia vissuto e viva ancora oggi il Castello, specialmente d’estate.
Tra le foto esposte spicca quella di Alessandro Ruspoli, il bisnonno delle attuali eredi, con una benda all’occhio, perso in una battuta di caccia.
Sposato con Maria Rita Lante della Rovere, signora di Bagnaia, era Maestro del Sacro Ospizio, un ruolo importante, che lo portava ad accompagnare le persone illustri che andavano in visita dal Papa. Vi sono foto con i Savoia, ma anche con Evita Peron.
Ciò che vediamo ancora oggi del Castello risale al restauro avvenuto nel 1725, in occasione del soggiorno di Papa Benedetto XIII.
Ho già accennato in precedenza che il titolo di Principe lo si deve a Francesco Maria Ruspoli, che riuscì ad ottenerlo ingraziandosi il Papa. Fece costruire a Vignanello l’imponente Chiesa della Collegiata, che venne a sostituire la vecchia Chiesa Romanica.
Giocò di astuzia e fece in modo che il Campanile fosse eretto più alto del Castello per dare maggiore importanza alla Chiesa.
Il Papa trascorse 4 giorni nel Castello Ruspoli e la famiglia si spostò nella dépendance costruita nella piazza proprio per l’occasione.
A ricordo del soggiorno papale vi è una veste e le pantofole.
Nel 1725 in piena epoca barocca il Castello, edificato in stile rinascimentale, necessitava di un restauro, ma non c’era il tempo necessario, così al posto delle pareti dipinte abbiamo stoffe dipinte ed attaccate alle pareti, anche i soffitti sono a cassettoni di legno e non affrescati.
Gli affreschi sono nelle camere da letto con le Virtù Spirituali e Virtù terrene.
Vediamo la Camera del Cardinale, con un soffitto affrescato a motivo “Carità”. E’ chiamata del Cardinale, poiché qui soggiornò il Cardinale che accompagnò il Papa.
Nella parete ci sono scorci di Cerveteri, poiché Francesco Maria divenne Principe di Cerveteri.
Troviamo la foto di Dado Ruspoli, un uomo che fu amico di D’Annunzio, ma anche di Fellini, tanto che si dice che la Dolce Vita fosse proprio ispirata a lui. La sua mondanità era leggendaria, a Vignanello vi teneva feste memorabili ed arrivava in elicottero con personaggi famosi, come ad esempio Brigitte Bardot.
Guardiamo una foto del 1931 con Alessandro Ruspoli ed i Reali d’Italia, scattata poco dopo i Patti Lateranensi del 1929. I Principi Romani sino ai Patti Lateranensi furono schierati con il Papa e non con i Reali d’Italia. Questa foto testimonia la prima volta che i Savoia vengono accolti ufficialmente dal Papa.
Nella Stanza della Musica Handel, grande amico della Famiglia Ruspoli, compose qui circa 50 cantate. Notiamo i quadri di Francesco Maria Ruspoli a cavallo e quello del figlio Alessandro a cavallo, detto “il Signorino”, di cui si narra la leggenda del cavallo errante per le stanze.
Sulla porta il Cardinale Galeazzo Ruspoli, che appoggiò Francesco Maria nel progetto di diventare Principe.
La camera che ospitò il Papa aveva la vista più bella, verso un giardino meraviglioso che non è più lo stesso, poiché negli anni ’30 decisero che la linea ferroviaria di Roma nord dovesse passare attraverso questo giardino.
Andiamo nel salone principale, utilizzato per cerimonie ed eventi ancora oggi, dove si può notare il fregio con elementi che riportano alla guerra, poiché serviva a ricordare l’evento fatidico che portò Francesco Maria Ruspoli di diventare Principe, ossia quando regalò al Papa un esercito di 1000 uomini addestrati da utilizzare a Ferrara contro gli Austriaci. I Ruspoli avevano appena acquistato i territori di Cerveteri ed il Papa acconsentì che si firmasse Principe di Cerveteri.
Il Principe Ruspoli fece di tutto per impressionare il Papa, dall’abbellimento del Castello al donare vestiti nuovi alla popolazione di Vignanello.
Sul camino c’è un medaglione che Vicino Orsini, signore di Bomarzo ed ideatore del celebre Sacro Bosco, regalò alla figlia Ottavia in occasione del matrimonio con Marcantonio Marescotti.
Da notare la porta fatta con il cuoio di Cordoba, nella città spagnola il cuoio veniva lavorato con una particolare tecnica, che lo rendeva pregiatissimo. In realtà tutta la stanza era ricoperta del cuoio di Cordoba, che fungeva da isolante termico ed acustico.
Nella parte finale del tour, scendiamo verso il giardino, realizzato nel 1611 da Ottavia Orsini, ma la cui forma attuale risale al 1700, quando Francesco Maria Ruspoli si avvalse del giardiniere del Papa per realizzarlo.
Il giardino ha 12 quadrati e la gentile guida ti fa notare che alcuni dei quali hanno la firma, ad esempio due O concentriche, ovvero Ottavia Orsini. Probabilmente, i vari quadri avevano dei disegni specifici, degli stemmi matrimoniali, che ora non vi sono più.
Il giardino venne realizzato successivamente alla realizzazione del Castello e poiché questa era una vallata, per realizzarlo si dovette fare un’opera di contenimento del giardino.
Siamo in un giardino all’Italiana, con un giardino segreto, un giardino di verzura ed un bosco.
Il giardino segreto lo si vede affacciandosi da una terrazza, venne realizzato da Francesco Maria Ruspoli come luogo per appartarsi da tutti ed era segreto in quanto coperto da un pergolato con vegetazioni.
Qui c’era un microclima che permetteva la sopravvivenza di piante ed animali particolari, vi erano pertanto le voliere dei pappagalli.
Il giardino, dopo un periodo di abbandono, venne ripreso nella splendida forma attuale da Maria Rita Lante della Rovere, che era un’appassionata di gioco e scorgendo le siepi si vedono i segni del gioco delle carte.
Probabilmente il giardino di Ottavia aveva il rosmarino, mentre questo giardino rinascimentale è costituito di bosso, una pianta che rimane sempre piccola e non cresce di diametro.
Questo giardino è studiato nei dettagli ed ha un significato filosofico profondo: costruito nel mezzo tra il castello e 400 ettari di bosco, diviene l’elemento capace di mettere pace tra le due forze che lottano all’interno dell’essere umano, quella istintiva del bosco e quella razionale del Castello, attraverso lo stimolo dei 5 sensi.
La fontana non aveva solo uno scopo estetico, la forma delle piscine intorno alla fontana riporta la forma della cassa di risonanza degli strumenti musicali e pare che amplificasse il rumore dell’acqua che sgorga.
Il Castello di Vignanello è un gioiello tutto italiano, che profuma di arance e di bosso e ti narra di storie di santi, cavalieri, presunti fantasmi, uomini di ventura, principesse illuminate e principi potenti.
Ti lascio il link per prenotare il giorno e l’ora per la visita guidata, che ti condurrà alla scoperta del Castello e ti farà vivere un pezzo di questa storia italiana. Clicca qui per la Prenotazione biglietti Castello Ruspoli
Dopo la visita al Castello ti puoi soffermare nel paese di Vignanello o proseguire alla scoperta dei tesori della Tuscia, ti consiglio di andare a Bomarzo per vedere uno dei boschi più incredibili che ci siano in Italia, dove in un rigorosa foresta le rocce hanno le forme di orchi, mostri, sirene e giganti. Clicca qui per leggere su Bosco Sacro di Bomarzo
Ti aspetto per leggere la prossima destinazione, alla scoperta dei tesori inestimabili della nostra terra.
Maria Pia Maghernino