PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA: CAPOLAVORO DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA ITALIANA

PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA: CAPOLAVORO DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA ITALIANA

Palazzo Farnese di Caprarola è un gioiello dell’arte e dell’architettura italiana manierista, grandioso ed imponente nelle sue forme strutturali e stupefacente al suo interno per i magnifici affreschi, che decorano le sue sale, per la splendida scala elicoidale e gli Orti Farnesiani.

PALAZZO FARNESE DI CAPRAROLA

PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA: CAPOLAVORO DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA ITALIANA

La costruzione di Palazzo Farnese di Caprarola comincia con il progetto del Cardinale Alessandro Farnese il Vecchio e continua con il nipote Alessandro il Giovane, detto il “gran Cardinale”, che lo rende una delle residenze più belle e fastose di tutti i tempi.

Tutto ha luogo nel feudo farnesiano, che da Montalto di Castro si estendeva verso Orvieto e comprendeva anche Viterbo ed il lago di Bolsena.

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Caprarola sorge sulla cima di una collina alta 510 metri, posta tra due fossati. Viene divisa in due dalla cosiddetta Via Dritta, creata dall’architetto Jacopo Barozzi, conosciuto come il Vignola, a seguito della ristrutturazione del borgo, voluta dal cardinale Alessandro Farnese il Giovane durante i lavori di costruzione del suo palazzo.

PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA: CAPOLAVORO DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA ITALIANA

Il toponimo di Caprarola viene proprio da capra, perché probabilmente vi era un tempio dedicato alle capre, ma di sicuro sappiamo che fu una zona abitata da pastori e che vi si stanziarono i Romani, che la bonificarono e realizzarono una serie di strutture idrauliche ed architettoniche.

A leggere le vite dei personaggi illustri di un tempo si ha solo la conferma di come nulla di ciò che avviene oggi non sia già avvenuto in passato: sete di potere, ambizione, intrighi, egoismo, corruzione e che la potenza si è sempre espressa con la magnificenza, che la cultura sia quel quid che fa la differenza e che la dubbia moralità sia un costume dalla notte dei tempi.

CHI È ALESSANDRO FARNESE IL VECCHIO?

Alessandro Farnese il Vecchio era un uomo ricchissimo, ambizioso e senza tanti scrupoli, che, grazie a sua sorella Giulia, donna bellissima di cui si era invaghito Papa Alessandro VI Borgia, divenne Cardinale a soli 25 anni.

Aveva acquistato il territorio di Caprarola nel 1504 per farne delle riserve di caccia.

Il progetto viene affidato ad ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE, architetto noto per le sue strutture militari, ed all’opera concorre anche un altro celebre architetto militare, Baldassarre Peruzzo.

Antonio da Sangallo lo concepisce come una fortezza con una pianta pentagonale e bastioni difensivi.

La costruzione inizia intorno al 1520 e viene realizzata sino al piano terra, in quanto vi sono due avvenimenti essenziali, Alessandro Farnese sale al soglio pontificio nel 1534 Papa con il nome di Paolo III e successivamente nel 1546 muore Antonio da Sangallo.

I lavori riprendono nel 1559 con il VIGNOLA, che invece ne fa un palazzo presidenziale, che dovesse dimostrare la grandezza della famiglia Farnese.

A commissionare la nuova opera non fu Paolo III, che morì nel 1549, ma il nipote Alessandro Farnese il Giovane.

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CHI ERA ALESSANDRO FARNESE IL GIOVANE?

Era un personaggio altrettanto straordinario, che viene nominato cardinale dal nonno, Papa Paolo III, quando è solo un adolescente, a 14 anni! Non basta qui, ha anche tutta una serie di onorificenze, che includevano quella di patriarca di Gerusalemme ed a 18 anni era Segretario di Stato.

Alessandro Farnese era un uomo coltissimo, amante delle arti, un mecenate intorno al quale gravitavano artisti, uomini di cultura, poeti, scienziati. Era un insaziabile collezionista di opere d’arte ed a Roma e nei territori della famiglia Farnese edificò tantissimo, ricordiamo a Roma la Chiesa del Gesù.
La sua opera più ambiziosa fu proprio il Palazzo di Caprarola, per cui seppe circondarsi dei migliori artisti e letterati del tempo, tanto da renderlo il Gran Palazzo di Caprarola, anche persino più importante di Palazzo Farnese a Roma, dove ora ha sede l’Ambasciata di Francia.

Come già accennato, la complessa opera architettonica del Gran Palazzo di Caprarola la si deve al Vignola, ma vi sono anche i contributi di Baldassarre Peruzzi e Francesco Paciotto.

I lavori del palazzo continuano sin dopo la morte del Gran Cardinale nei primi decenni del 1600 con il nipote Odoardo.

Il Vignola progetta la VIA DRITTA, che dal fondo del paese giunge sino alla maestosa mole pentagonale.

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Una prima rampa di scale ci conduce al grande piazzale, dove ammiriamo l’imponente facciata di Palazzo Farnese, altre due rampe di scale ci portano all’ingresso principale con il ponte, che un tempo era levatoio.

All’interno del palazzo tutto ha un suo significato, grazie alla gran cultura di Alessandro Farnese e della sua corte di letterati. Nel loro intento, però, non doveva essere così agevolmente comprensibile a tutti.

Entriamo nel Palazzo, la cui prima meraviglia te la dà il prezzo irrisorio da pagare per cotanto patrimonio!

Partiamo dalla SALA DELLA GUARDIA, le cui decorazioni sono di Federico Zuccari e ci vogliono mostrare chi è il Signore del Palazzo; vi sono infatti 3 stemmi, che ci dicono che il Gran Cardinale Alessandro Farnese era imparentato con i Reali del Portogallo e con gli Asburgo, in più vi è la veduta di Caprarola, di cui Alessandro fu artefice.

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Si prosegue verso il CORTILE, che rappresenta il fulcro centrale del Palazzo. La forma circolare è di 21 metri di diametro e di altezza. Il tondo non era tipico dell’epoca di Alessandro, ma era già nelle idee di Antonio da Sangallo. Questa forma viene qui realizzata dal Vignola e voluta da Alessandro come segno di potere, poiché la forma circolare si trovava già nel Palazzo di Carlo V a Granada.

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Il cortile ha due porticati sovrapposti, la parte superiore arretrata era quella in cui abitava la famiglia e non doveva essere vista dal basso. Le pareti affrescate sono opera di Antonio Tempesta e sono da notare i 46 stemmi, che riportano a tutte le famiglie con cui i Farnese erano imparentate.

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Procediamo al Piano dei Prelati, in particolare nell’APPARTAMENTO INVERNALE.

Con Appartamento Invernale si intendevano una serie di 5 stanze, locate nell’area sud-est del Palazzo, affrescate ancora da Federico Zuccari.

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Nella SALA DEL TEATRO O DEI CIGNI la volta riprende le decorazioni di Villa Madama, appartenente ai Farnese, e troviamo tra i cigni in volo lo stemma di Odoardo Farnese.

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Nella stanza successiva, il SALOTTO, l’affresco centrale rappresenta la Vergine con l’Unicorno, circondati da paesaggi fantastici.

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Andiamo nelle STANZA DELLA PRIMAVERA di Taddeo Zuccari, che faceva parte delle STANZE DELLE STAGIONI.

Prima che fosse stabilito il Calendario Gregoriano, la Primavera era l’inizio dell’anno.

Gli affreschi sono tutti collegati al tema della Primavera, abbiamo il fanciullo nudo con in testa il mirto, pianta sacra a Venere. Il fanciullo incarna la Primavera ed il riferimento a Venere con il mirto richiama gli amori primaverili.

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Sempre con riferimento alla Primavera, vi sono il Ratto d’Europa, che fu proprio di primavera, il Ratto di Proserpina, Metamorfosi di Proteo e Lotta di Ercole con Acheloo.

Vi è poi L’APPARTMANTO ESTIVO con la SALA DI GIOVE, chiamata così proprio dal grande affresco centrale che ritrae Giove nella sua infanzia, quando viene salvato dalla morte dalla madre ed affidato alle Ninfe nell’isola di Creta, allevato con l’aiuto della capra Amaltea, che diventerà poi una costellazione.

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Giove è il Cardinale Alessandro e la Capra fa riferimento a Caprarola, il borgo degli allevatori di capre.

Sulle pareti notiamo finte architetture che tendono a dare un’illusione di spazio dilatato.

La SCALA REGIA è il grande capolavoro del Vignola, che riprende la scala elicoidale del Bramante nel Vaticano, ma è impreziosita da splendidi affreschi e colonne doriche binate che la rendono monumentale.

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La decorazione è un’esaltazione del Cardinale Alessandro, che culmina con la volta dove vengono allegoricamente elogiate le imprese dei Farnese come inno alle loro indiscusse qualità e tutto ruota allo stemma con i gigli.

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La Scala Regia, attraverso un vestibolo, ci conduce al DEAMBULATORIO, questo corridoio circolare che raccordava i vari ambienti e che era caratterizzato dalla presenza nelle nicchie dei busti dei dodici Cesari, che furono però trasferiti a Roma.

 

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Immettiamoci nella LOGGIA DI ERCOLE.

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La volta esalta le gesta di Ercole, specialmente legate al territorio, secondo la leggenda, Ercole avrebbe conficcato una lancia nel terreno ed avrebbe generato il Lago di Vico.

Passiamo per la CAPPELLA circolare, disegnata dal Vignola e decorata da Federico Taddeo, la pala d’altare rappresentante la Pietà è una copia, poiché Taddeo se la volle tenere.

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Entriamo nella meravigliosa SALA DEI FASTI FARNESIANI, che è stata anche un set della famosa serie internazionale “I Medici”.

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Le pareti sono opera di Taddeo Zuccari e magnificano quello che fu il periodo d’oro dei Farnese, quando Papa Paolo III rese i Farnesi una potenza a livello internazionale e si imparentarono con le maggiori corti d’Europa.

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Vi sono una serie di ritratti di personaggi illustri dell’epoca, tra cui di Filippo II di Spagna ed Enrico II di Francia.

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Dalla Sala di rappresentanza agli appartamenti privati del Cardinale, si passava per l’ANTICAMERA DEL CONCILIO, dove viene elogiata la figura di Papa Polo III, il personaggio che ha fronteggiato la minaccia turca, lo scisma inglese ed ha indetto il Concilio di Trento,

Notare l’illusione ottica della volta, ideata proprio dal Vignola, con queste colonne corinzie dipinte che sorreggono finti architravi.

Attraversiamo una serie di stanze, anch’esse decorate, come la STANZA DEI LANIFICI, STANZA DELLA SOLITUDINE, STANZA DELL’ERMATENA e giungiamo alla STANZA DEL TORRIONE.

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La Stanza del Torrione è chiamata così perché creata nell’unico Torrione del Palazzo ed era la zona più intima di Alessandro, dove probabilmente custodiva gli oggetti delle sue mirabolanti collezioni.

Andiamo in una delle stanze più celebri del Palazzo, la SALA DEL MAPPAMONDO.

 

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Questa meravigliosa sala ha ispirato la Galleria delle Carte Geografiche in Vaticano, dopo che Papa Gregorio XIII fu ospite in questa sala nel 1578.

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Vi è una rappresentazione geografica dei quattro continenti, con i putti che soffiano a rappresentazione dei venti e quattro matrone ad indicare i quattro continenti.

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Dirigiamoci verso l’ANTICAMERA DEGLI ANGELI, dove il tema degli angeli, specialmente nella cacciata degli Angeli Ribelli, riporta in tempi di scisma alla supremazia della Chiesa, alla figura di Paolo III. Entriamo nella CAMERA DEI SOGNI, la stanza da letto invernale di Alessandro Farnese.

Le scene si rifanno all’Antico Testamento ed hanno sempre come soggetto il sogno, nell’ovale centrale del Bettoja vengono rappresentati degli angeli inviati dal Signore a Giacobbe per rassicurarlo che rimarrà in possesso delle sue terre.

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Usciamo fuori dal Palazzo sui GIARDINI. Anche il giardino doveva sorprendere gli ospiti del Cardinale.

Appena usciti dal Palazzo, vi sono due giardini quadrati del progetto del Vognola, il giardino d’estate ed il giardino d’inverno, che rappresentano i giardini segreti con il Ninfeo di Venere, la Grotta dei Satiri ed il Ninfeo del Pastore.

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Più in alto vi è il giardino realizzato da Jacopo del Duca e Giovanni Antonio con terrazzamenti, fontane, labirinti, a ridosso della Casina del Piacere, dove il Duca amava pranzare d’estate e godersi la vista della campagna circostante.

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Vi lascio a godere dei giardini di questo spettacolare Palazzo nobiliare e vi invito a continuare la visita della Tuscia verso il Sacro Bosco di Bomarzo.  Scopri di più cliccando qui su BOSCO SACRO DI BOMARZO
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